Una ventina di anni fa, il padre di una mia amica, tornò da un appuntamento in agenzia con una rivista di architettura omaggio "ma la vedo interessato, non interrompa la lettura, la tenga pure" e una proposta firmata di un appartamento mai visionato se non in fotografia. E non arrivava dalle foreste, era un commerciale in pensione di una nota multinazionale francese, abituato a trattare quotidianamente contratti per (allora) centinaia di milioni di lire.Quale persona normodotata, firmerebbe una proposta senza aver capito?
Alla figlia, letta la proposta, caddero le braccia.
Il padre non si era minimamente reso conto di quanto aveva firmato, degli obblighi presi con quella firma.
Ne ebbe un grande contraccolpo emotivo, psicologico, quando i familiari gli spiegarono che si era impegnato irrevocabilmente ad acquistare un immobile.
La cosa fu poi risolta tempestivamente, fra bastone e carota, minacciando causa legale e trattando una cifra (chiamiamola di recesso contratto) con l'agenzia, che non presentò mai la proposta.
In quel caso la cattiva fede dell'agenzia fu lampante, e questo mi pare davvero un caso simile.