Legalmente, penso sia chiaro a tutti, il diritto alla mediazione matura alla conclusione dell'affare e per conclusione dell'affare si intende anche la sottoscrizione di un contratto ad effetti obbligatori che vincoli le parti a firmare il contratto di locazione.
Quindi, la comunicazione dell'accettazione di una proposta di locazione con valore di preliminare determina il diritto alla mediazione.
Detto ciò, vi dico come la penso.
La locazione costituisce una parte del mio business ma non la parte principale (direi tra il 15% ed il 20% massimo del fatturato). Scelgo di fare non moltissime locazioni, poche ma buone, che possano essere per me un buon biglietto da visita nei confronti di proprietari ed inquilini.
Ad oggi, sull'ufficio in cui opero in prima persona posso dire di non avere in corso neppure una pratica di sfratto per morosità e credo, di questi tempi che, il 100% di inquilini che pagano non sia un cattivo risultato.
Una delle condizioni per me imprescindibili è: se si presentano delle difficoltà già dall'inizio meglio lasciar perdere. Nelle locazioni vale il detto: "il buon giorno si vede dal mattino".
Quindi, se sorgono delle incomprensioni iniziali, meglio restituire caparre e provvigioni piuttosto che rischiare inutili contenziosi.
Un'esperienza di qualche anno fa è emblematica e vale la pena raccontarla.
Una famiglia numerosa, dopo una visita ad un immobile molto interessante e molto bello, ha sottoscritto una proposta di locazione, facendo incassare una caparra di 1.000 euro ai proprietari. Il tutto avvenne ad aprile. Il contratto si sarebbe dovuto sottoscrivere ad agosto.
Il giorno previsto per firmare il contratto sono emersi tutta una serie di problemi, fino a qualche giorno prima sconosciuti.
1) la cauzione non sarebbe dovuta essere incassata
2) il prezzo pattuito doveva essere rivisto al ribasso
3) l'agenzia non doveva essere pagata perché non lo aveva specificato durante la visita, né alla sottoscrizione della proposta di locazione
Naturalmente quel giorno non si è proceduto alla stipula del contratto ed il proprietario, dopo aver proposto di restituire il 50% della cauzione (500 euro), di fronte alla pretesa del proponente di riavere indietro l'intera cifra, ha pensato bene di nulla restituire.
La famiglia numerosa, qualche mese dopo richiese al proprietario la restituzione della caparra raddoppiata (2.000 euro) adducendo il fatto che la firma del contratto non si era perfezionata per cause riconducibili alla proprietà.
Siamo dovuti intervenire nuovamente inviando una raccomandata e chiedendo formalmente di essere pagati. Quando il loro avvocato ci venne a trovare in ufficio facemmo presente che non avremmo proceduto con siffatta richiesta se fosse stata contestualmente chiusa anche la pratica legale nei confronti del proprietario. E così fu.