“Italia, bolla immobiliare post euro ha divorato redditi famiglie”
6 giugno 2016, di Alberto Battaglia
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"Italia, bolla immobiliare post euro ha divorato redditi famiglie" | Wall Street Italia
E se fosse il
mercato immobiliare a rendere insostenibili le economie dei Paesi mediterranei nella difficile “partita” della moneta unica? E’ una tesi molto ambiziosa quella dell’architetto
Francesco Maria Esposito, che ha trattato i temi del suo libro “Edificabilità bene comune” (Cacucci editore) nella cornice del Festival dell’Economia di Trento, lo scorso 3 giugno. In un passaggio-chiave dell’opera si legge:
“La speculazione ha alimentato un ciclico processo-bolla immobiliare che per essere risolto ha innescato un ciclico processo di
inflazione dei prezzi, di aumento dei salari, di svalutazione delle monete nazionali; e dopo l’eurochangeover, senza più la valvola del cambio, la speculazione immobiliare ha spintonato le economie in recessione”.
Architetto, qual è la relazione fra il mercato immobiliare dei Paesi mediterranei, l’introduzione dell’euro e la crisi economica?
Con una moneta propria, e quindi con la valvola del tasso di cambio, il processo di aumento dei prezzi immobiliari che generava, poi quello di tutti gli altri, comportava la necessità di riconsolidare l’economia, di far aumentare i redditi, i salari. Ciò rendeva più costosi i prodotti italiani e ostacolava le esportazioni, per questo veniva poi svalutata la moneta per riequilibrare la situazione. E’ un ciclo a quattro fasi: aumento dei valori immobiliari, rialzo di tutti gli altri prezzi, aumento dei redditi, svalutazione della moneta. In Germania il mercato immobiliare non funzionava in questo modo, per cui non si attiva lo stesso processo.
Cosa succede con l’arrivo dell’euro?
Con l’euro è avvenuto che una casa che nel 2000 costava circa 250 milioni di lire, nel 2007 è arrivata a valere 450mila euro; ma, allo stesso tempo, chi guadagnava cinque milioni al mese ed era in condizioni agiate, è passato a un reddito di 2500 euro. Con uno stipendio di cinque milioni si aveva un costo immobiliare medio mensile di circa un milione di rata di mutuo, quindi l’incidenza dell’immobile era quasi del 20% sullo stipendio, che scendeva al 15% nel caso dell’affitto. Passati all’euro e aumentato di molto il costo immobiliare a fronte di redditi fermi, si è verificato uno squilibrio fortissimo fra il reddito e il costo abitativo.
E questo squilibrio non può essere ripianato come in passato…
Non potendo più operare svalutazioni,
si possono solo rimettere in equilibrio i redditi con i costi delle abitativi. La famiglia che un tempo era ricca con cinque milioni non lo è più con 2500 euro; questa è l’origine della crisi di crescita del nostro Paese, non il
debito pubblico. Quando la fascia media della popolazione s’impoverisce, tutta l’economia s’impoverisce. Senza più operare con il tasso di cambio è difficilissimo uscire da questo circolo vizioso. [.....]
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Indipendentemente dalle opinioni sul social housing che non condivido del tutto l'analisi è assolutamente esatta e ci fa capire come NON si tornerà nonostante i proclami ai quattro venti a una ripresa del settore fin quando non si raggiungerà l'equilibrio di mercato, finora MOLTO distante OVUNQUE, tranne forse nel sud Italia. Il ricorso al debito, che ha drogato il settore permettendo gli squilibri attuali, NON sarà più possibile sia per la poca predisposizione delle famiglie al sovraindebitamento, sia per difficoltà oggettive che si ripresenteranno ciclicamente nel concedere un credito non proporzionato.