..Bah...
..e meno male che eravate bravini.
Dapprima si doveva fare il rogito evitando il preliminare.
Con tutta probabilità, se non per problemi di capienza, perche' l'assegno che sosteneva la proposta, era più decappottabile di una 911 Carrera 4s, di quelle tanto care al Robertino
@IL TRUCE.
Diversamente, non si comprenderebbe perché il mediatore preferisca attendere l'atto definitivo, invece di concludere l'affare, maturando cosi le proprie spettanze.
In ogni caso, per paradosso, bene ha fatto ad attendere.
Visti gli esiti della perizia.
Di meglio, da quelli di Palermo, si poteva fare non raccogliendo neppure la proposta.
Ci avrebbero guadagnato.
Proposta dagli effetti sospesi per il mutuo.
Al quale, successivamente alla perizia, se ne aggiunge una ulteriore, a raddoppiare le cause condizionali.
Questa volta legati all'anticipo del Tfr a cura dell'azienda del proponente.
Che prima di ottemperare, pretenderebbe la stipula del preliminare, sottoscritto dal notaio, seguito dalla rituale registrazione.
Se tanto ci da tanto, se l'anticipo gli occorreva per sostenere delle cure dentali, probabilmente il datore di lavoro avrebbe preteso dal dentista, di vedere il proprio dipendente, con gli impianti gia' inseriti nell'osso.
Cosi da poter verificare, ispeziondogli dentro in bocca, prima di sganciargli i soldi.
Chiaro che il dentista, pardon il venditore, vista la malaparata, si sia defilato.
Altro che bizze e pasticci malgestiti dall'intermediario.
Macelafai...?
Dopo la proposta subordinata.
La perizia claudicante.
Segue l'inserimento di un contratto preliminare, per di più ancora condizionato e che neppure era previsto.
Considerato che i soldi necessari per l'acquisto dovevano ormai già essere bellichepronti..
CHE CI ANDAVA A FARE il venditore dal notaio..?
A sottoscrivere un altro contratto, doppiamente subordinato a condizioni di terzi..??
Se al mattino dopo, il datore di lavoro si sveglia roverso, niente anticipo e, di conseguenza, niente mutuo.
Non recarsi dal notaio, a sottoscrivere quella "mappina" di contratto, e' l'unica cosa sensata che emerge in questa vicenda.
Perche' cio' significherebbe obbligarsi a vendere senza soldi.
Rischio che sto venditore pure si assumerebbe.
Evidentemente è un ottimista.
Senza però non tralasciare la cautela.
Quella di avere inteso, ancor prima dei cosiddetti bravini, che nella migliore delle ipotesi, incassato il nulla osta di banca e azienda, nel volgere di soli trenta giorni si convergerebbe al rogito.
Dettame al quale non ci si potrà esimere.
Considerato che l'acquirente incide zero perché compera con risorse non sue.
Nel finale perdonami se sarò così perentorio.
Ma questa fa veramente da buttarsi giu' per terra dal ridere:
1) che doveva fare, con una delibera subordinata ad un'altra condizione, il balletto dello schiaccianoci??
Coordinare la carambola con il rocambolesco..??
2) Cosa vuoi concludere con un acquirente senza soldi..??
Meglio farlo andare e cercare un altro promissario senza doppie o triple sospensive.
A France' le case si vendono coi soldi non con l'accademia.
Caro Alex confondi gli amici coi nemici.
Se vuoi che ci sia una prossima volta fatti dare prima i soldi dal tuo datore di lavoro.
Che evidentemente non fa i salti di gioia per ottemperare.
Perché senza danaro non si cantano messe.