andrea boschini

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...POCHI...troppo pochi..e' questa e' una delle grandi mancanze federative...se vuoi creare una federazzione forte deve essere essenzialmente sana e rappresentativa:disappunto:
 

pensoperme

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Motivi? A quanto so sia in fiaip che in fimaa non brillate per controllo qualità degli iscritti ne per motivi delle espulsioni. Anama poi non si pone il problema non avendo praticamente azione territoriale.
 

Carlo Garbuio

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un collega che non rispetta il Codice Deontologico puo' essere estromesso dalla federazione.
Luciano, credo si tratti di un lapsus, e per questo chiedo conferma:
un collega che non rispetta il Codice Deontologico DEVE essere estromesso dalla federazione/ordine/collegio .... non può, altrimenti il Codice Deontologico può essere utilizzato per fini diversi per quelli per cui è stato istituito.
Sbaglio?
E poi chi controlla che venga applicato correttamente il Codice Deontologico?
Questo non è riferito all'associazione che tu rappresenti ma credo riguardi tutti i codici deontologici in genere.
La sensazione è, in generale, che non si applichi il codice per non perdere quote associative, che rappresentano l'elemento vitale di tutte le aggregazioni di professionisti, e questo è veramente un peccato per ovvi motivi perchè si perdono i valori per cui il Codice stesso è stato ideato.
Da quanto leggo nel forum mi son fatto l'idea che tu lo applicheresti applicando gli ideali e valori per cui è stato creato il Codice Deontologico, anzi, forse avrai pure partecipato al parto, ma quanti Luciano Passuti ci sono in giro? Un bisturi può essere usato per operare, e quindi per curare, ma pure come arma per uccidere, dipende da come si usa, e questo è il punto debole: l'uomo che lo usa.
Ripeto, questo sono considerazioni di carattere generale, rivolte a tutte le associazioni di professionisti che hanno istituito un loro codice deontologico.
 

pensoperme

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Privato Cittadino
Io ho una sensazione peggiore, cioè che le associazioni in genere, abbiano scelto la strada del sindacato come impostazone, dove si prende tutti come sono sono, sperando che con il tempo migliorino. Ora, da una parte il concetto è giusto, un sindacato, una associazione di professonisti (giornalisti o altro che siano) o cosa capso volete deve avere come scopo un miglioramento della qualità degli iscritti, oltre alla difesa e alla ricerca di agevolazioni al mestiere. Bene, siamo d'accordo, ma poi secondo me subentra la responsabilità, altrimenti un associato non ha davvero alcun vantaggio di farne parte. Quale potrà esser mai l'orgoglio di far parte di un minestrone dove i cialtroni si mischiano a ci si impegna per esser il meno discutibile possibile, che si comporta cercando di mantenere la correttezza nei confronti di colleghi e clienti... nessuna! Ora capisco che non avete un ordine, ma nessuno vieta alle associazioni di comportarsi in modo simile a questi ultimi. Bisogna che si prendano responsabilità e non lo fanno. Quindi si propongono come "ausilio" non come "controllo qualità" non sono garanti di niente, sono fumo, inutli da questo punto di vista e noi clienti questo non lo digeriamo bene, perchè molt di noi pensano che una assocaizione garantisca anche controllo della correttezza a pena esclusione, la stessa delusone che si prova nei confronti di franchisor che si lavano le mani del comportamento delle loro "ditte indipendenti sotto il marchio". Il nome di una associazione sulla vetrina deve esser un marchio di qualità, al quale il onsumatore può rivolgersi sapendo di trovare magari un primo centro di denuncia o di conciliazione nei confronti di una situazione poco piacevole. Dovreste leggere quanti scrivono e pensano che una associazione o un marchio li tuteli, salvo poi ricredersi al perdurare del silenzio e al lavorare indisturbato dell'agente segnalato sotto l'egida delle stesse. Che vantaggio ha, almeno in questo, un associato a attaccare fimaa o fiaip o anama alla vetrina , quale orgoglo potrà portare, quale garanzia, quale timore, cosa rischia se si comporta male e come viene premiato se si comporta bene? A quanto so, ripeto, gli espulsi dalle associazioni sono, spesso, gente che ha fatto qualcosa contro qualche dirigente delle stesse, magari cercando di fare qualcosa di buono per la categoria. Quindi non c'è da stupirsi che non abbiate molt associati che partecipano, perchè appunto vedono solo la superficie in mancanza di concretezza percepibile anche senza partecipare alal vita associativa. ATTENZIONE, non dico che questi associati "passivi" si comportino bene, dico che li comprendo, sono il primo a condannarli (mi pare di averlo ftto anche troppo, no?) perchè condannano loro stessi, di sicuro però, in mancanza di presa di responsabilità verso la categoria e verso i clienti delle associazioni, li capisco. E per fare azione migliorativa e controllo della qualità degli iscritti, non servono leggi ad hoc, serve che vi auto regolamentiate in modo serio, cosa che a mio parere, siete ben lontani da fare.

Ecco perchè poi diventate un ente assicurativo per i superficiali, d'altronde, se tuti facessero la loro parte, non avreste problemi, ma intanto cominciate voi per primi (intendo le associazioni) ;) altrimenti non date nemmeno un esempio percepibile... po fate vobis.
 

Luciano Passuti

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Agente Immobiliare
Motivi? A quanto so sia in fiaip che in fimaa non brillate per controllo qualità degli iscritti ne per motivi delle espulsioni. Anama poi non si pone il problema non avendo praticamente azione territoriale.

I motivi delle espulsioni sono sempre collegate al mancato rispetto del condice deontologico rispetto ai rapporti con la clientela, con i colleghi e con il pubblico
 

Luciano Passuti

Nuovo Iscritto
Agente Immobiliare
Luciano, credo si tratti di un lapsus, e per questo chiedo conferma:
un collega che non rispetta il Codice Deontologico DEVE essere estromesso dalla federazione/ordine/collegio .... non può, altrimenti il Codice Deontologico può essere utilizzato per fini diversi per quelli per cui è stato istituito.
Sbaglio?
E poi chi controlla che venga applicato correttamente il Codice Deontologico?
Questo non è riferito all'associazione che tu rappresenti ma credo riguardi tutti i codici deontologici in genere.
La sensazione è, in generale, che non si applichi il codice per non perdere quote associative, che rappresentano l'elemento vitale di tutte le aggregazioni di professionisti, e questo è veramente un peccato per ovvi motivi perchè si perdono i valori per cui il Codice stesso è stato ideato.
Da quanto leggo nel forum mi son fatto l'idea che tu lo applicheresti applicando gli ideali e valori per cui è stato creato il Codice Deontologico, anzi, forse avrai pure partecipato al parto, ma quanti Luciano Passuti ci sono in giro? Un bisturi può essere usato per operare, e quindi per curare, ma pure come arma per uccidere, dipende da come si usa, e questo è il punto debole: l'uomo che lo usa.
Ripeto, questo sono considerazioni di carattere generale, rivolte a tutte le associazioni di professionisti che hanno istituito un loro codice deontologico.

Come ho detto piu' volte il Condice Deontologico viene applicato dal Collegio Provinciale e alla espulsione dalla federazione puo' essere fatto appello al Collegio Nazionale dei Probiviri.
NON condivido la critica che non viene applicato per avere piu' associati !
Questa NON mai stata la direttiva del nazionale, anzi !!!
Lo dimostra il fatto che alcuni colleghi NON vengono neppure accettati al momento della 1a iscrizione alla federazione , poi ogni collego provinciale usa il proprio metodo di misura, sia per le espulsioni che per le nuove iscrizioni !
Potete crederci o non credeci, ma questa e' la realta'
 

Carlo Garbuio

Membro Storico
Agente Immobiliare
NON condivido la critica che non viene applicato per avere piu' associati !
Questa NON mai stata la direttiva del nazionale, anzi !!!
Neppure io la condivido, l'ho solo riportata.
E' come la faccenda dell'assicurazione professionale, per quanto si dica viene vista così dall'esterno.
Anch'io, come vedi, non condivido questo modo di fare e pensare, ma bisogna trovare una soluzione, non basta dichiararlo, come si vede non basta.
 

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