Corretto.
Tempo fa c'era stata una "finestra" temporale in cui si poteva procedere col silenzio assenso, tuttavia io non mi sono mai fidato, e senza una dichiarazione da parte del Comune, in casi analoghi ho ritenuto che l'agibilità fosse assente.
Concordo sommariamente con gli interventi di chi mi ha preceduto, ad eccezione di coinvolgere il Comune in termini di responsabilità: in assenza di un accertamento tecnico vero e proprio, ritengo che l'eventuale rilascio di agibilità senza i relativi requisiti sia SOLO una responsabilità del tecnico che la presenta (e quindi poi del proprietario che rivende...).
L'intervento di fare le "spallette" potrebbe essere una soluzione, sempre però che possa esistere un'abitazione senza camera matrimoniale... (consultare i regolamenti edilizi).
Pongo un'ultima questione, che forse è stata sottovalutata: trattandosi di una ristrutturazione (all'epoca), la domanda nasce quasi spontanea: in che anno è stata costruita la palazzina? Se in epoca antecedente alle norme sui rapporti aeroilluminanti e non sono state cambiate le disposizioni delle stanze, il problema non si porrebbe proprio (nelle stanze, mentre nell'ingresso resterebbe, qualora non nascesse con questa disposizione, come immagino, ma potrebbe appunto risolversi con qualche mezzo tramezzo misto a "strana porta a soffietto" bella di legno a più ante tipo da 2m in tutto, anche tenuta sempre aperta... con uno sconto sul prezzo, chiaramente).
Ultimissima osservazione: cosa te ne fai di un'agibilità finta, fittizia, anche qualora te la dichiarassero? Meglio pensare che non esista... e per me non esiste a meno che il Comune non dichiari il contrario.
Sono d'accordo con quanto hai scritto e rispondo alla tua questione anche perché ho appena finito appuntamento con il mio tecnico.
1) riguardo questa sorta di agibilità fittizia, nella maniera più assoluta non mi prendo certamente il rischio, perché cosi come è certo che l'abitazione si trova a serissimo rischio di revoca e non ho intenzione di fare affidamento su una situazione "dormiente".
2) Per quanto concerne la responsabilità concorda sul fatto che il comune non ne ha, l'unico responsabile è l'ing. che ha presentato l'atto ed il mio tecnico mi dice, tra l'altro, che lui una relazione tecnica di conformità così come è non l'avrebbe mai firmata, sostanzialmente perché la situazione di fatto non corrisponde alle planimetrie depositate (cioè mancano i manufatti stabili perché possa essere considerato guardaroba e senza quelli ovviamente la superficie della camera aumenta e non rispetta il rapporto 1/8)
3) riguardo la mancanza di camere matrimoniali mi dice che non rappresenta un problema perché la presenza di camera matrimoniale non è obbligatoria. D'altro lato per calcolare il numero di persone che vi possono abitare la regolamentazione richiede la sussistenza di almeno 20 mq per persona durante il periodo notturno calcolati sulla superficie lorda. E in questo caso la metratura è ampiamente al di sopra del parametro
4) riguardo l'anno di costruzione della palazzina non ho posto la questione: comunque si tratta di 2 palazzine con civici diversi, la prima (parte sx del mio allegato) fu edificata intorno agli anni '30 come abitazione civile, poi nel 1950 ci fu una autorizzazione per ampliamento e sopralzo, la seconda (parte dx che è quella dove si trova l'appartamento in questione), edificata anch'essa negli anni 30. Entrambe furono poi unite nel 1973 in forza di autorizzazione e trasformate in albergo. Successivamente venne rilasciata concessione edilizia in sanatoria nel 1996 per la creazione, all'interno dell'immobile, di una unità immobiliare ad uso residenza.
Quindi, e veniamo al periodo che mi interessa, nel 2007 DIA per ristrutturazione e cambio d'uso a cui sono seguite in corso d'opera altre dia nel 2008 e 2009.
Pertanto con tutti questi cambiamenti è probabile che siano state cambiate le stanze, d'altra parte, mi dico che se così non fosse, l'ing. non avrebbe avuto necessità di disegnare dei guardaroba e tracciare una linea immaginaria per far tornare i conteggi sull'aeroilluminazione.
5) il mio tecnico mi consiglia di giocare a carte scoperte con il comune e chiedere visione degli atti e capire se esiste l'agibilità e come sia, eventualmente, stata rilasciata. Esistono 3 possibilità:
a) l'immobile è senza agibilità, e qui mi fermo ed il problema è dei proprietari in toto che devono trovare soluzioni
b) sussiste agibilità in forza di provvedimento espresso basato su un sopralluogo dei tecnici del comune o asl, nel qual caso saremmo a posto, ma il tecnico lo ritiene poco probabile perché all'epoca i sopralluoghi qui non li facevano (adesso invece si...)
c) esiste agibilità in forza di provvedimento silenzio-assenso, ma in questo caso è ad altissimo rischio, per non dire certezza, di revoca.
In quest'ultimo caso, le strade sono 2:
1. dovrei chiedere formalmente al comune di esprimersi in merito e " concordare" gli interventi necessari per essere in regola, nel qual caso è probabile vi sia revoca dell'agibilità e necessita di una Scia, dopo avere realizzato gli interventi, per chiedere nuovamente agibilità, ed in questo caso il sopralluogo lo farebbero di sicuro
2. si realizzano comunque i lavori necessari per conformarsi all'agibilità "esistente" con silenzio-assenso, ma in questo caso non sarebbe necessario presentare una scia.
I lavori in questione consistono in:
-camere: realizzazione di spallette in cartongesso e quant'altro occorre per dare al manufatto la situazione di stabilità e quindi realizzare realmente dei guardaroba
- ingresso: controsoffittatura in cartongesso con illuminazione, e, solo eventualmente, realizzazione anche di due spallette o piccoli muretti anche di modesta altezza, lui dice che non dovrebbero esserci problemi per riuscire a passare
Ovviamente, in tutto questo, devono entrare i proprietari che devono pagarne il costo, salvo poi vedere chi fa il lavoro e quando...e questo sarà compito del notaio che dovrà blindare la situazione e non farmi correre rischi. chiaramente il tutto condizionato al fatto che i proprietari comprendano la gravità della situazione