in data 31.08.2018 ho firmato un incarico in esclusiva per la vendita di un appartamento di mia proprietà con un'agenzia. L'incarico aveva durata di 12 mesi. In data 17 Marzo mi è stata sottoposta una proposta di acquisto. Sapendo che l'inquilino di detto appartamento era interessato anch'esso all'acquisto ho chiesto all'agente di interpellarlo ma l'agente si è dimostrato reticente. Rientrato a casa ho inviato mail all'agenzia dicendo che, dopo attenta riflessione, avevo deciso di non vendere più e che avrei mantenuto la proprietà per affittarlo.
Il giorno successivo l'agenzia mi invia mail dicendo che l'acquirente che aveva fatto la prima proposta aveva aumentato la sua offerta sino al prezzo che era stato indicato nella lettera di incarico. Ribadisco che non sono più intenzionato a vendere né all'acquirente proposto né ad altri e di interrompere ogni attività di ricerca.
Il giorno successivo, mi arriva mail con anticipo di raccomandata che mi intima il pagamento entro 15 gg di una provvigione doppia (3% + 3% che era dovuto dall'acquirente = € 16.200,00 + IVA) che, a dir loro, assorbe le spese sostenute nei 6 mesi trascorsi dell'affidamento dell'incarico.
L'art. 5 del conferimento di incarico prevede che il compenso all'agenzia sia dovuto anche per rinuncia a vendere alle condizioni riportate nel conferimento di incarico ma ho fatto qualche ricerca e ho trovato molte sentenze ritengono questa clausola "vessatoria" e quindi nulla poiché determina "un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto" prevedendo un compenso addirittura doppio per il mediatore in caso di mancata accettazione di proposta conforme all'incarico. La clausola in questione non è stata oggetto di specifica trattativa che riequilibrasse diritti e obblighi delle parti in quanto riportata su un modulo prestampato. Esistono numerose sentenze della cassazione che stabiliscono che la parte intermediata non ha l'obbligo di concludere il contratto, neppure alle condizioni previste dall'incarico conferito al mediatore (Cass. nn. 11389/1997, 9904/1998, 11244/2003/, 5095/20006). Io ho firmato un incarico di venduta in esclusiva e non un impegno a vendere!!!! Grazie per l'attenzione
Ti dico ciò che penso.
Il fatto che la clausola da te citata sia contraria alle norme (e di fatto lo è) non depone a tuo favore ma a tuo sfavore.
La risoluzione del contratto di mediazione in esclusiva, in assenza di penali valide, può avvenire in due momenti distinti.
Il primo momento è quello generico in cui l'agente sta lavorando ma non ha ritirato alcuna proposta a prezzo.
In questo caso il venditore si può ritirare e spetta all'agente il risarcimento del danno per il lavoro svolto durante il conferimento dell'incarico esclusivo.
La seconda situazione si avvera nel momento in cui l'agente ritira una proposta a prezzo perfettamente corrispondente alle condizioni contenute nell'incarico. Solo in questo caso ci troveremmo di fronte alla possibilità di far valere il "lucro cessante" ovvero il guadagno cui l'agente immobiliare avrebbe diritto avendo portato a termine il proprio lavoro.
Il "lucro cessante" equivale alla perdita che la mancata accettazione determina in capo all'agente immobiliare e corrisponde esattamente alla somma delle due mediazioni perse.
Questa teoria è emersa in un tavolo di lavoro di alcuni legali milanesi a cui presi parte qualche anno fa ma comunque ben dopo quelle che sono le sentenze da te citate.
Il mio consiglio ovviamente non è quello di credermi sulla parola. Non sono un avvocato. E non ho letto l'incarico di vendita, condizione INDISPENSABILE per formulare qualsiasi suggerimento con un minimo di cognizione di causa.
Il mio consiglio è quello di rivolgerti ad un avvocato, possibilmente con un minimo di dimestichezza in queste questioni, e di valutare le diverse possibilità che ti prospetterà.
In bocca al lupo.