Beh sicuramente renderebbe meno difficili le trattative con chi ci ha venduto casa, se si fa in tempo a chiamarlo in causa. un conto è sborsare una quota, anche consistente, di 15.000 euro, un altro di 30.000 - 40.000.infatti scrivevo di tamponare, non di risolvere il tutto. In parte questo problema che hai posto del pregresso riguarda un pò tutti. Con la revisione dei valori venali già il costo diminuirebbe. Certo non è "the best" ma in questa valle di lacrime potrebbe essere un primo passo. Chi non ha fretta poi potrebbe sempre attendere in qualcosa di più organico che risolva tutti i punti critici. Condividerai che un minimo di pragmatismo iniziale in questo caos è d'obbligo, viceversa questi si incarteranno sempre più.
Alla tua proposta io aggiungere che l'affrancazione (o la "quota affrancazione" in caso di trasformazione) sia pagata da entrambe le parti in proporzione al prezzo pagato, rivalutato.
Per es. sia V il prezzo pagato dal venditore, A quello pagato dall'acquirente, F il corrispettivo chiesto per l'affrancazione.
La quota del venditore, Fv, è F*A/(V+A), quella dell'acquirente Fa è F*V/(A+V).
Per esempio (il mio caso), l'acquirente pagò la casa, a prezzo attuale, 130.000 euro, io 290.000. La somma dei due prezzi è 420.000.
Per l'affrancazione il comune chiede 10.000 euro. Allora il venditore pagherà 10000*29/42=6905 euro, io 10000=13/42= 3095 (così dovrò rimanere in città per le ferie per i prossimi 3 anni invece che per il prossimi 10...).