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Cesco76

Ospite
L'affrancamento del vincolo costerà certamente meno del costo di trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà perche l'obolo da pagare al Comune per l'eliminazione dei vincoli rappresenta una percentuale dello stesso prezzo di trasformazione.
Questo lo immaginavo, quello che non si capisce dalla bozza della delibera è se uno che ha la possibilità di riscattare il terreno è costretto o può fare anche solo l'affrancamento, leggendomi rileggendo la legge parrebbe che uno possa fare anche solo il secondo senza il primo... Era questo quello che ci chiedevamo
 

Giuseppe Di Piero

Membro Attivo
Professionista
Questo lo immaginavo, quello che non si capisce dalla bozza della delibera è se uno che ha la possibilità di riscattare il terreno è costretto o può fare anche solo l'affrancamento, leggendomi rileggendo la legge parrebbe che uno possa fare anche solo il secondo senza il primo... Era questo quello che ci chiedevamo

In base alla Legge 448/1998 si può fare anche solo l'eliminazione del vincolo
 

Giuseppe Di Piero

Membro Attivo
Professionista
Questo lo immaginavo, quello che non si capisce dalla bozza della delibera è se uno che ha la possibilità di riscattare il terreno è costretto o può fare anche solo l'affrancamento, leggendomi rileggendo la legge parrebbe che uno possa fare anche solo il secondo senza il primo... Era questo quello che ci chiedevamo

Hai perfettamente ragione che non si capisce.
 

cesira75

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Veramente capisco benissimo perchè è proprio quello che mi è capitato nel luglio del 2009 quando io e mia moglie abbiamo firmato un compromesso per l'acquisto di un immobile sul PDZ Casal Monastero al prezzo di € 360.000. Nell'occasione abbiamo versato una caparra di € 50.000 e pagato una provvigione all'AI di € 12.500.

Quando, nel mese di settembre dello stesso anno, abbiamo preso visione della Convenzione senza nessuna difficoltà e senza bisogno di alcun esperto, abbiamo capito che la casa che ci era stata "rifilata" non valeva affatto 360.000 bensì 140.000 poichè nella ridetta Convenzione, a chiare lettere (art. 14 dei Patti, condizioni, ect), era testualmente scritto che "Il prezzo massimo di qualsiasi cessione che intervenga dopo sei mesi dall’ultimazione dei lavori sarà determinato [...]".

Quando ci è stato consegnato il famoso "chiarimento" del Comune (per noi patente speculativa) abbiamo immediatamente dubitato della sua bontà in primo luogo perchè difforme dalla "semplice" lettura del contenuto della Convenzione, in secondo luogo perchè in contrasto con il dettato imperativo della Legge 865/1971 e con la giurisprudenza e, in ultimo, perchè non rientra(-va) tra le prerogative del Dirigente di Unità Operativa (nel caso di specie U.O. Edilizia Residenziale Pubblica) l'interpretazione autentica di un provvedimento emesso dal Consiglio Comunale.

In ragione di tutto ciò, abbiamo chiesto (per il tramite dell'AI) di annullare il compromesso e di restiturci la caparra perchè non avevamo nessuna intenzione di pagare 360.000 euro un alloggio non liberamente commerciabile.

Le nostre venditrici (evidentemente mal consigliate dallo stesso Agente immobiliare, dal Notaio di riferimento dell'AI e dall'avvocato dell'Agenzia immobiliare) hanno pensato male di incamerarsi la caparra versata (che rappresentava il risparmio di una vita).

Iniziata la causa, siccome l'alloggio dove abitavamo era piccolo e non adeguato ai bisogni della nostra famiglia, abbiamo affittato una casa più grande ed imputato il costo del canone di locazione ai nostri venditori che alla fine hanno perso la causa in cui il giudice ha trasferito la proprietà bene al prezzo di € 140.000.

Per inciso, nella predetta causa (che destava molte preoccupazione negli ambienti del notariato romano e del Dipartimento Urbanistica) è successo di tutto. E' dovuto persino intervenire il CSM e la Commissione per l'Accesso ai documenti amministrativi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Come si vede l'unica differenza tra noi e tanti altri cittadini romani consiste nel fatto che non ci siamo fidati di quanto dicevano quei cosidetti "esperti della materia".

Ribadendo che la responsabilità di questo caos è (quasi) tutta dei Notai e del comune di Roma, sottovoce mi permetto di aggiungere (riferendomi esclusivamente a quegli proprietari-acquirenti fuori prezzo massimo di cessione che oggi inveiscono contro di me e che velatamente minacciano) che avrebbero fatto bene a tenere gli occhi un pochino più aperti.

A mio avviso, chi oggi pretende di vanificare la funzione sociale dell'edilizia residenziale pubblica farebbe bene a comprendere che nel Comune di Roma 1 famiglia su 191 si trova sotto sfratto (per lo più per morosità); gli affitti in pochi anni sono saliti del 160%; centinaia di famiglie disperate – per garantirsi il “diritto all’abitare” – sono state addirittura costrette a umiliarsi e ricorrere alle cosiddette “occupazioni”.

Il diritto alla casa (costituzionalmente garantito) si realizza solo mantenendo bassi i prezzi di acquisto degli immobili e i relativi canoni di locazione!
bravo Giuseppe, come sai ti stimo moltissimo e sei un esempio per tutti (almeno per me). volevo rispondere invece a chi dice che l'associazione rema contro le attuali compravendite per farli ragionare su un punto:
torniamo indietro di qualche mese fa. Io sono il venditore e voglio vendere casa mia a prezzo di mercato, con il benestare del Comune di Roma che mi da il nullaosta. Partecipo ogni giorno a questo forum, dove una persona come Giuseppe mi dice che sto violando la legge e che non potrei vendere a libero mercato. Gli rispondo che è un rompiscatole, che vuole bloccare le compravendite immobiliari e che deve mettersi da parte perchè la funzione sociale dell'associazione non dovrebbe essere quella di impedire le compravendite. Bene, io comunque porto a termine l'affare, ingorando i consigli di chi mi dice che non sto agendo bene. Qualche mese dopo, mi ritrovo una lettera nella posta, è dell'avvocato dell'acquirente che mi chiede di restituire cifre da capogiro. La mia vita diventa davvero un'inferno. Non sarebbe stato meglio ascoltare l'associazione o chi per lei che ci suggeriva di non agire così? Se ad oggi l'Associazione vuole bloccare la delibera del Comune di Roma avrà le sue ragioni, ma probabilmente quella delibera, che per voi è l'ancora di salvezza, potrebbe rivelarsi in futuro una catastrofe ancora più grande, se fatta male. Io capisco che ci sono molte persone che si trovano nei guai, che non dormono la notte, ma la soluzione non può essere una delibera traballante. Il Comune di Roma deve prendersi le sue responsabilità ed evitare di partorire altri mostri.
 

Nea83

Membro Junior
Privato Cittadino
bravo Giuseppe, come sai ti stimo moltissimo e sei un esempio per tutti (almeno per me). volevo rispondere invece a chi dice che l'associazione rema contro le attuali compravendite per farli ragionare su un punto:
torniamo indietro di qualche mese fa. Io sono il venditore e voglio vendere casa mia a prezzo di mercato, con il benestare del Comune di Roma che mi da il nullaosta. Partecipo ogni giorno a questo forum, dove una persona come Giuseppe mi dice che sto violando la legge e che non potrei vendere a libero mercato. Gli rispondo che è un rompiscatole, che vuole bloccare le compravendite immobiliari e che deve mettersi da parte perchè la funzione sociale dell'associazione non dovrebbe essere quella di impedire le compravendite. Bene, io comunque porto a termine l'affare, ingorando i consigli di chi mi dice che non sto agendo bene. Qualche mese dopo, mi ritrovo una lettera nella posta, è dell'avvocato dell'acquirente che mi chiede di restituire cifre da capogiro. La mia vita diventa davvero un'inferno. Non sarebbe stato meglio ascoltare l'associazione o chi per lei che ci suggeriva di non agire così? Se ad oggi l'Associazione vuole bloccare la delibera del Comune di Roma avrà le sue ragioni, ma probabilmente quella delibera, che per voi è l'ancora di salvezza, potrebbe rivelarsi in futuro una catastrofe ancora più grande, se fatta male. Io capisco che ci sono molte persone che si trovano nei guai, che non dormono la notte, ma la soluzione non può essere una delibera traballante. Il Comune di Roma deve prendersi le sue responsabilità ed evitare di partorire altri mostri.

Ritorniamo a qualche mese fa fino al 15 Settembre 2016 quando i notai dicevano tutt ok e il Comune ti dava il nulla osta per la vendita.
Mi sembra che i ragionamenti che facciamo siano ormai un circolo vizioso o un loop,
va a finire che faccio come Giuseppe a dire sempre le stesse cose.

La prassi è andata oltre la legge non rispettandola.
Ora come ora non si tratta di andare contro la legge. Ma questadelibera deve dare modo a conformasi alla legge.
Per i casi passati il Comune dovrebbe fare una delibera ad hoc.
Ora si tratta di sbloccare gli iter!
 

Nea83

Membro Junior
Privato Cittadino
Ritorniamo a qualche mese fa fino al 15 Settembre 2016 quando i notai dicevano tutt ok e il Comune ti dava il nulla osta per la vendita.
Mi sembra che i ragionamenti che facciamo siano ormai un circolo vizioso o un loop,
va a finire che faccio come Giuseppe a dire sempre le stesse cose.

La prassi è andata oltre la legge non rispettandola.
Ora come ora non si tratta di andare contro la legge. Ma questadelibera deve dare modo a conformasi alla legge.
Per i casi passati il Comune dovrebbe fare una delibera ad hoc.
Ora si tratta di sbloccare gli iter!

scusatemi 2015.........back to the future!:occhi_al_cielo:
 

cesira75

Membro Ordinario
Privato Cittadino
sbloccare è giustissimo, ma la delibera deve essere inattaccabile, non può traballare, altrimenti si rischia di fare peggio. io non so nemmeno perchè all'Associazione non vada bene così com'è, dico solo che ci sarà senz'altro un motivo.
 

Peppe85

Membro Junior
Privato Cittadino
Rispondo io per Giuseppe cosí non si ripete :) :

L'associazione vuole rivedere la delibera perché:

Cit.
poiché affetta dai gravi profili di illegittimità connessi alla errata determinazione dell’importo sul quale applicare la percentuale di cui al coma 49-Bis dell’art. 31 della Legge 448/1998 (cosi come introdotto dalla Legge 106/2011) e dell’art. 29 comma 16 undecies della legge n. 14/2012, atteso che, nel comune di Roma, non è mai stato correttamente determinato il valore venale dei suoli ricadenti nei cosidetti Piani di Zona. Tanto è vero che lo schema di convenzione approvato dal Dipartimento IX – Settore Edilizia Sociale, che sarà portato alla Sua attenzione, prevede che gli importi in questione siano determinati “salvo conguaglio” e questo non può essere dato!
 

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