MauroScherlin

Membro Assiduo
Professionista
Non gli darò altre possibilità di firmare la scrittura privata. Non credo preferisca andare in causa, magari coinvolgendo l'ex proprietà che gli ha promesso quello che non poteva promettergli.

Deve capire che io gli concedo quanto mi chiede ma che mi devo tutelare per il futuro.
Perché oggi può andare tutto bene, domani chissà..
Facci sapere gli sviluppi, la questione è molto interessante.
 

francesca63

Moderatore
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Privato Cittadino
facciamo una scrittura privata per definire che si tratta di un comodato d'uso che io concedo a titolo gratuito e che posso revocare con "x" preavviso in qualsiasi momento e sul quale lui non gode di alcun diritto:
Se esiste la servitù, non puoi concedere in comodato un bene di cui avrebbe già diritto di godere in virtù della servitù…
Cioè, se senza il contatore il pozzo non serve , perché la pompa non porta su l’acqua, il contatore fa parte della servitù, e non potrai revocarne il diritto di utilizzarlo.
Non mi pare ancora la soluzione ideale.
 

ellifly

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Se esiste la servitù, non puoi concedere in comodato un bene di cui avrebbe già diritto di godere in virtù della servitù…
Cioè, se senza il contatore il pozzo non serve , perché la pompa non porta su l’acqua, il contatore fa parte della servitù, e non potrai revocarne il diritto di utilizzarlo.
Non mi pare ancora la soluzione ideale.

Chi "certifica" l'esistenza o meno di questa maledetta servitù?
Di quali "prove" bisogna essere in possesso e quali sarebbero i passaggi necessari?

La pompa è inutilizzabile al momento perché trifase, dato che al piano acquistato dal vicino l'ex proprietà aveva affittato il fondo che era commerciale e che necessitava appunto di corrente trifase.
Quindi quella va cambiata.
Ad oggi non ci sono contatori, ma solo un impianto di irrigazione il cui quadro è nella mia proprietà, ed un quadro che accendeva una pompa esterna che poi è sparita magicamente.

Il vicino, scavando nel suo giardino, ha eliminato tutti i tubi che ha trovato.
 

ellifly

Membro Ordinario
Privato Cittadino

I tubi, anche fossero stati presenti, non erano chiaramente visibili o comunque non si evinceva che andassero a servire anche l'altra unità.
Sfido a dimostrare il contrario: con quali prove?
Se ci fosse stata servitù, la parte venditrice avrebbe dovuto chiedermelo e dichiararlo nell'atto, invece questa cosa non è mai venuta fuori.

Se chi ha venduto ha promesso e scritto della possibilità di utilizzo del pozzo senza averlo dichiarato nel mio atto, per come la vedo io non ci sono possibilità di sfruttarlo o di farmela pagare.
 

francesca63

Moderatore
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E allora aspetta ; se si fa vivo con una richiesta tramite legale, ci penserai.
La situazione va avanti da tanto, e i dubbi sono molti; certo il vicino dovrà tirar fuori dei soldi…
 

Albano50

Membro Assiduo
Privato Cittadino
Come spiegavo, non ho niente in contrario al suo utilizzo, ma non voglio che il vicino possa vantare diritti su qualcosa che ricade nella mia proprietà e che utilizzi la sua corrente (anche se entrambi abbiamo fotovoltaico ed accumulo, quindi i prelievi dalla rete sarebbero comunque vicini allo zero.)
mi aggiungo a questa telenovela, anche se la più preparata resta @francesca63, per porre una domanda:
Scrivete tutto quello che volete... così la notte dormi tranquillo.
Ma il solo posizionamento dell'interruttore con la posizione 2 dedicata al vicino e collegata alla sua rete non è già questa una servitù?
 

ellifly

Membro Ordinario
Privato Cittadino
E allora aspetta ; se si fa vivo con una richiesta tramite legale, ci penserai.
La situazione va avanti da tanto, e i dubbi sono molti; certo il vicino dovrà tirar fuori dei soldi…

Francesca, io ho acquisito la mia porzione il 20 luglio 2020.
L'altra porzione è stata venduta con atto del 20 luglio 2021, il 25 luglio dello stesso anno mi è arrivata una Pec data 19 luglio al mio indirizzo mail (quindi immagino senza alcun valore legale e non dall'attuale proprietario), in cui l'ex proprietà mi chiede sostanzialmente la servitù del pozzo in quanto ci viene imputato di "impedire l'accesso e l'utilizzo del pozzo ubicato all'interno della mia proprietà, a servizio comune col bene del mio assistito in virtù dell'atto di acquisto su indicato". Addirittura ci accusano di aver sostituito l'impianto in totale illegittima autonomia, in virtù di un "asserito diritto esclusivo sul medesimo manufatto". La missiva continua così:
"Sono dunque a contestarvi l'arbitrarietà degli assunti e delle condotte poste in essere, ricordandovi che l'acquisto del bene è avvenuto nello stato di fatto e di diritto allora esistente, con tutte le servitù attive e passive; sottolineo che il carattere visibile e manifesto dell'opera di cui si compone il diritto in questione, per rimarcare come ogni Vs pretesa contraria risulti infondata. Quanto sopra con riferimento alle conseguenze pregiudizievoli già arrecate per Vs fatto e colpa alla trattativa in essere tra il mio cliente e terzi promissari acquirenti dell'altra unità di cui si compone il compendio immobiliare, di cui sarete chiamati all'integrale risarcimento presso sede competente. Il cliente ribadisce la disponibilità ad un confronto che favorisca l'utilizzo del passo col minor aggravio in termini di disturbo e resta in attesa di Vs riscontro."

Mi pare un tentativo maldestro di recuperare da una frittata ormai fatta...
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Mi pare un tentativo maldestro di recuperare da una frittata ormai fatta...
Concordo; mi ricordo che la vicenda è andata avanti molto ( e che in un primo momento speravate che una tua parente potesse comprare l’altra unità).
Naturalmente, non conoscendo lo stato dei luoghi e i dettagli concreti, le nostre possono essere solo indicazioni di massima.
 

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