Che un cliente possa entrare nel mio ufficio con un minimo di diffidenza lo do per scontato.
Molti di coloro che ne varcano la soglia lo fanno per la prima volta e certamente non posso pretendere che mi credano sulla parola solo perché siedo dall'altra parte della scrivania.
Se la casa poi risultasse da ristrutturare o comunque particolarmente vecchia, l'intervento di un tecnico sarebbe caldeggiato dal sottoscritto.
Anch'io ho fatto parte del principale franchising italiano e non ho mai e poi mai sentito parlare di planimetrie non consegnate al cliente che ne chiedesse copia o di visite da parte di tecnici ostacolate dall'agente immobiliare anche se, in alcuni casi, una sorta di "delirio di onnipotenza" poteva dare seguito a comportamenti poco trasparenti (non certamente codificati "nel metodo") in seno ad alcuni affiliati.
Così come, quando interviene un cliente straniero, noto un'ancora crescente meticolosità nella valutazione dell'acquisto mediante verifica di tutta la documentazione. Nell'ultimo acquisto concluso con degli Olandesi, gli stessi hanno richiesto (ed hanno naturalmente pagato) una "ispezione tecnica" che poi siamo riusciti a trasformare in "Dichiarazione di Conformità Urbanistica", vista l'obbligatorietà recentemente introdotta in Emilia Romagna.
Spesso in molti altri paese questa "ispezione tecnica" si sviluppa in ricerche ancora più dettagliate che riguardano anche gli eventuali interventi migliorativi urgenti...
Questo approccio più tecnico si è sviluppato nel tempo. 20 anni fa, quando ho cominciato a fare questo lavoro, tutto era più superficiale. Non solo il lavoro dell'agente immobiliare, bene inteso. Anche quello del notaio. Anche l'atteggiamento degli uffici tecnici era estremamente conciliante.
C'è stata una evoluzione rispetto alla quale tutti noi ci siano dovuti adeguare....