Molto tempo fa era quasi la norma, adesso sarebbero considerati dei geni visto il livello intellettivo generale molto scarso.
Ai miei tempi non c'era l'obbligo di frequenza, però i professori e le professoresse all'esame chiedevano quelle frasette che dicevano a lezione di tanto in tanto e che OVVIAMENTE non stavano scritte in NESSUN LIBRO DI TESTO SULLA FACCIA DELLA TERRA, e da questo ingegnoso "indicatore di frequenza universitaria", capivano se avevi seguito il corso di persona o no. E si regolavano sul voto finale d'esame. Se non avevi frequentato eri "un cattivo" e quindi difficilmente prendevi 30/30.
Potevi provare a salvarti trovando gli appunti "sbobinati" parola per parola come facevo io, ma non era mai la stessa cosa che frequentare di persona.
Oggi non so come fanno, ma con gli smartphone, grazie ai quali un testo d'esame in pochi secondi può volare in Giappone, e tornare indietro dopo 30 minuti con la soluzione, la bravura è tutta falsata, e non si sa più chi è bravo a sapere le cose, e chi è semplicemente bravo a pagare chi le sa.
Ai miei tempi, i cellulari non c'erano. Ti dico solo che nel 1998 mi veniva tantissimo da ridere quando, ormai prossimo alla laurea, vedevo pochissimi professori parlare al cellulare. Il cellulare costava tanto sia averlo che telefonarci. Mi sembrava assurdo essere sempre raggiungibili, cosa che oggi è scontata. Ammetto che sembrano passati 100 anni da allora, invece è passato molto meno, tecnologicamente oggi siamo tutti connessi, tracciati, classificati, studiati... "Si stava meglio quando si stava peggio". "Una volta, qui, era tutta campagna".