La discussione sta assumendo connotati paradossali. Te la riassumo:Ci sono in giro montagne di architetti che hanno finito per fare i caslinghi/e.
Un titolo di studio non è la spagnoletta che ti fa diventare super pippo.
Se dormi in piedi non conta quale pezzo di carta hai nel cassetto.
-Un ragazzo con un indeterminato chiede se abbia senso mollare tutto per l'incerto;
-Rispondiamo di stare attento che non è tutto oro quello che luccica e di fare i giusti passi;
-Arrivi tu stile Fonzie e dai torto a tutti "che tanto cosa studi a fare, ti formi sul campo" come se fosse la cosa più facile di questo mondo e come se non ci volessero i soldi nella vita;
-Ti si fa notare la cosa, visto che comunque stiamo parlando di un ragazzo che cerca bias di conferma;
-Tu proponi un mondo fatato dove il ragazzo sarà accompagnato nel mondo del lavoro da colleghi desiderosi di insegnargli tutto e condividere con lui la pagnotta, tipo comunità Amish;
-Dulcis in fundo arriviamo all'apice degli architetti che fanno i casalinghi e degli agenti immobiliari che studiano ridotti a criceti su ruote.
Per come conosco io il mondo c'è tanta gente, magari timida (che dorme in piedi), che studiando ha fatto carriera. A parte qualche sportivo non mi viene invece in mente nessun "sgamato" che abbia fatto soldi invece di finire tossico o con la cirrosi epatica o con la massima aspirazione di grattarsi le p***e sul divano mentre la moglie/compagna prepara l'agognata cena dopo il "duro lavoro", dopo una vita passata usando libri come fermaporte ed una giovinezza alle giostre o tra carburatori.
O stiamo parlando della trama di qualche libro di Moccia?