Diciamo che per definizione un "contratto" è tale ed è valido anche se il contratto è in forma orale e non scritta, anche quando si tratta di compravendite immobiliari.
Fino a qualche decennio fa non era insolito concludere contratti verbali e suggellarli con una semplice stretta di mano.
I cosiddetti "mediatori di piazza" solitamente agivano così e i loro contratti erano validi e da onorare al pari di quelli in forma scritta.
Oggi, realisticamente parlando, per svariate ragioni non è una strada percorribile, ma pur sempre fattibile.
Tuttavia chiaro è che:
- oggigiorno nessuno si sognerebbe di stipulare un contratto in forma verbale;
- un contratto in forma scritta è certamente più chiaro, esaustivo e completo;
- un contratto in forma scritta è opponibile a terzi (se registrato e trascritto);
- un contratto non lascia molto spazio ad immaginazione, interpretazione o equivoci (se ben scritto e formulato);
- nessuno dotato di buon senso verserebbe mai una caparra (specie se consistente) senza avere una firma per ricevuta dal ricevente, in forma scritta e senza aver suggellato un contratto, chiaro, esaustivo e su carta.
E' anche evidente che nessun addetto ai lavori concluderebbe mai un contratto in forma verbale o lo consiglierebbe.
Credo che Jr. voleva semplicemente affermare che accettare il versamento di una caparra sul proprio conto corrente bancario, sottintende l'esistenza di un contratto concluso, sia questo in forma scritta o verbale.
Se come da lui precisato, il venditore riceve (e non restituisce respingendolo al mittente) un versamento di una somma ipoteticamente versata a titolo di caparra (magari è proprio questa la causale fatta aggiungere in esecuzione del bonifico) è palese e verosimile l'esistenza di un contratto, contratto che assume maggior rilievo e valore se ci sono testimoni oculari (che abbiano assistito alla trattativa, conoscano il contenuto e i termini degli accordi, ecc...) di tale contratto.
Poi è chiaro ed evidente che in caso qualcuno volesse intentare una causa sulla scorta di un contratto in questione, si tratterebbe di una strada in salita, ma pur sempre percorribile.
E la causa, non sarebbe necessariamente persa, se esistono i riscontri comprovanti l'esistenza di un accordo (contratto) fatto con tutti i crismi e contenente tutti gli elementi necessari onde poterlo considerare tale.
Come direbbe qualche "azzeccagarbugli"; carta canta, ma anche i fatti e le testimonianze cantano.
Gli interventi di Jr. credo fossero orientati alla prudenza, ovvero abbia consigliato l'utente di afre attenzione ad accettare un bonifico in C/c per i suddetti motivi.
Se poi vogliamo sindacare o disquisire su tutto e cercare il pelo nell'uovo per fare i fenomeni, allora il discorso è diverso.
Tuttavia, credo che gli interventi dovrebbero essere calibrati tenendo conto delle varie situazioni e possibilità (anche se remote o apparentemente assurde).
Dovrebbero essere equilibrati e di buon senso, senza mai dare per scontato nulla perchè quando si dà qualcosa per scontato, solitamente ci si ritrova fot......ti o in un'aula di tribunale ad ingrassare gli azzeccagarbugli che sono ben felici di sguazzare in acque torbide e in situazioni dai confini non delineati.
Se così non fosse, sarebbero sfaccendati e dovrebbero andare a lavorare per vivere.
P.S. Di avvocati con basso reddito personalmente non ne conosco. E di avvocati nullatenenti neppure. Se esistono, o sono dei pivelli senza arte nè parte o semplicemente esercitano per hobby.