L'appassionante discussione che vi state palleggiando, con tutte le sue dinamiche nel rapporto tra valore immobiliare e prezzo finale, si adatta perfettamente a quello che è successo a mio zio 83enne di Roma.
Dalla teoria ai fatti.
All’inizio del 2011, mio zio, mette in vendita il suo appartamento di Roma sito in zona Colli Albani quartiere Appio, dove abita e ha la residenza. Motivo: desidera vendere e poi ricomprare nel quartiere AXA a 20 KM di distanza ma sempre nel comune di Roma, però vicinissima alla figlia, per dare aiuto alla sua famiglia abbastanza numerosa e ricevere, in compenso, assistenza e soccorso in quanto malato e con una vista fortemente abbassata.
Per farla breve: mette in vendita, sia privatamente sia con l’ausilio di diverse agenzie immobiliari, il suo appartamento di 85mq calpestabili, tre camere, ingresso e servizi, posto all’ ultimo piano, splendidamente ristrutturato con finiture di pregio, luminoso e panoramico, sito a soli 120 metri dalla stazione della metropolitana “Colli Albani”.
E qui cominciano i problemi.
Il “valore commerciale” dell’appartamento in quella zona e posto al piano “attico” oscillava tra i i 5 e 5.5 al mq.
Quindi tra i 425 e i 467mila euro, all’incirca, in base al "valore storico" poi trasformato facilmente in prezzo, ricavato da alcuni appartamenti simili venduti lì vicino.
Mio zio fissa il prezzo del suo appartamento tra i 440 e 450 mila euro. Passano sette o otto mesi e non c’era niente da fare: a quel prezzo nessuno comprava; molti erano andati a visitare l’appartamento ma nessuno aveva formulato una proposta di acquisto.
Il prezzo l’estate scorsa viene abbassato, con notevole sforzo da parte di mio zio, a 400 mila euro.
Spunta qualche proposta sui 370mila ma insomma neanche tanto convinta….”Devo chiedere il mutuo per l’ 80% del prezzo”….”Devo vendere a mia volta”….
Arriva Natale e, allora, che si fa? Si deve vendere, o meno, a qualsiasi prezzo? Le cose in Italia vanno male, c’è la nuova IMU…. le banche non concedono i mutui…pochi soldi in giro….
Va beh, dice mio zio, se c’è qualcuno che mi dà 380mila euro…lo sforzo di privarmi della casa, nella quale abito dal 1964, lo faccio, anche se a malincuore…
Passa Pasqua senza la sorpresa della compravendita nell’uovo, arriviamo, senza esito, a maggio 2012; ultima proposta seria da parte di un professionista:350mila euro, non un soldo in più!
Ma va là, che miseria….Non vendo più!
Risultato: la casa è stata ritirata definitivamente dal mercato.
E’ la figlia che, adesso, va a trovare il padre, ogni settimana, con la sua auto.