Il mio consulente bancario, che evidentemente è poco informato, solitamente mi propone investimenti che ad andar bene danno qualche percento, a meno di non andare sul rischio conclamato.
Con la dottrina del Pirata, che consiste nell'affittare a un canone mensile pari almeno al 1% del capitale investito, si configura un ritorno del capitale in circa 10 anni, quindi un 10% di redditività, col vantaggio di incassare mensilmente e non alla fine, ma certo con la contropartita di tutte le grane del caso, che però un abile proprietario sa, se non evitare, almeno minimizzare.
Riguardo all'incertezza normativa... mi pare di un paio d'anni fa l'aumento dell'aliquota dal 22 al 26% per i redditi da capitale.
Mentre affittando a canone concordato si paga il 10%.
bolle a parte, come quella della new economi degli anni 2000
Ovviamente dipende da come uno si trova. Ho anche clienti che preferiscono al 100 % investire in immobili sempre e comunque. Io dico, invece, che bisogna
diversificare. Oro, azioni, obbligazioni, immobili. Non solo e sempre un settore, perché si rischia troppo.
Il maggiore rischio degli immobili è non avere sufficiente ritorno. Se tu mi dici che si riesce a fare il 10 % in un anno, ti credo sulla parola e ti dico: prosegui.
E' un meccanismo, evidentemente, collaudato. Ma in generale, le azioni rendono di più. Oltre agli utili, uno incassa il plusvalore; la tassazione al 26 % è stata adeguata agli altri Paesi europei, mi sembra il minimo. Però, ovviamente anche il rendimento è più alto. Quando è scoppiata la guerra, le azioni Leonardo sono raddoppiate, con gli immobili non puoi fare questi "colpi"; con le bollette alle stelle sono andate bene azioni come Enel ed Eni, e così via. Con gli immobili, poi, c'è grande difficoltà nel mercato che dipende dal tasso di sconto europeo. Se uno si limita ad affittare è un conto, se uno pretende di vendere e acquistare con mutuo, ogni volta deve fare i conti con il tasso europeo della BCE. Insomma, io personalmente ho visto negli anni che non rende abbastanza, ma è una valutazione soggettiva, perché se uno si trova bene lungi da me scoraggiarlo.