Il tuo esempio è chiarissimo, sono d'accordo nel diversificare l'investimento, ma temo che non sarà il mio caso...Facendo appello alla mia memoria, vi racconto un fatto vero che appartiene alla storia della mia famiglia e che, in questa discussione, potrebbe starci bene come il cacio sui maccheroni.
Un mio parente, da tempo passato a miglior vita, tornato in Abruzzo dagli Stati Uniti nella metà degli '30 dell'altro secolo, aveva messo da parte una certa somma in dollari che, al cambio favorevolissimo, lievitarono in oltre 120.000 lire. Lire degli anni '30 per capirci. Praticamente era diventato un benestante in rapporto alle condizioni di vita e ai pochi quattrini che circolavano allora in Italia. Tornato a vivere in campagna ancora giovane e in buona salute, aveva avuto l'immediata e concreta occasione di acquistare, con quella somma, un'azienda agricola di 18 ettari di ottima terra fertile nera e grassa, completa di ampia e solida masseria, con la stalla con il bestiame, capanno per e con gli attrezzi agricoli e pozzo artesiano per l’irrigazione. Quella tipologia di compravendita di azienda agricola si chiamava allora "a cancello chiuso". In quell’epoca, con una azienda agricola di quelle dimensioni, con quel numero di ettari e nel contesto sociale ed economico del “Sud Italia”, si diventava subito “signore” e “possidente”. Si veniva ossequiati e rispettati. E la gente, al nome di battesimo, cominciava spontaneamente a far precedere l’appellativo “Don”.
Ebbene, dopo una breve di riflessione, quel mio parente decise di rinunciare a quel vantaggioso acquisto con questa precisa motivazione: se metto i soldi in banca, grazie agli interessi riesco a vivere bene alla stessa maniera e senza avere i pensieri e i grattacapi quotidiani di dover mandare avanti la complessa gestione di un’ azienda agricola.
E si regolò in quel modo.
Purtroppo, qualche anno dopo, si scatenò la seconda guerra mondiale e questa, insieme a lutti e distruzioni, portò con sé una svalutazione tremenda. Risultato: nel 1945 con la stessa somma di dieci anni prima, gelosamente custodita in banca, quel parente poteva comprarci solo tre pecore e un paio di agnelli.
Lezioncina: mai "convertire" tutta la propria ricchezza in biglietti di banca; in certe condizioni estreme (che possono sempre succedere) i biglietti di banca si “convertiranno” in semplice carta straccia.
Gli insegnamenti che scaturiscono da questo fatto di vita vissuta sicuramente non li ho dimenticati.
infatti pur dovendo acquistare un altro immobile con la piccola differenza, se ci sarà, non ci compro neanche un rudere!!