Rispondo a Luca1978 e spero leggano anche gli altri colleghi, aspiranti tali e interessati al settore che probabilmente non ricordano alla perfezione ciò che la legge chiarisce.
La legge contempla l'obligatio verbis o cosidetto contratto verbale tra le forme ammesse nella libera contrattazione ed ai sensi dell'art. 1337 c.c. c'è anche un obbligo di buona fede e correttezza nelle contrattazioni, in effetti il contratto verbale è un contratto ad substantiam , cioè un contratto nella sostanza ; Io do una cosa a te e tu dai una cosa a me , pensiamo alla vita di tutti i giorni quando andiamo a comprare un pacchetto di caramelle, nel momento in cui diamo i soldi al venditore abbiamo concluso un contratto, ed il fatto che non lo abbiamo sottoscritto in forma scritta non solleva gli attori dagli obblighi derivanti dall'attivazione del negozio giuridico della compravendita.
Tornando alla citazione di Luca 1978... nessuno ti vieta di pubblicizzare tutti i 200 immobili che si trovano nella tua città... ma se nel momento in cui, dovendo procedere alla visita con il cliente, presentandoti davanti alla porta il proprietario di casa non ti fa entrare... allora tu avrai fatto un lavoro inutile ed il proprietario di casa avrà esercitato il diritto di non sottoscrivere ed accettare un contratto verbale " quello di farti vendere casa sua "... nella sostanza ( ad substantiam ) non ha voluto usufruire dell tua collaborazione.
Su questo argomento ne abiamo discusso tante... ma tante volte.
Fabrizio
Guarda non hai capito io ottengo il consenso verbale di tutti, su 200 immobili l'ok me lo danno in 100, va bene ma non viene meno il senso della mia provocazione e cioè che se il diritto alla provvigione sorge anche con minimo intervento, come sostenuto da te e altri viene meno il senso dell'incarico in esclusiva, ma è molto più conveniente e facile strappare un consenso verbale a pubblicizzare l'immobile, altro che sbattermi a prendere l'esclusiva, questa è pratica la Legge può diro tutto e il contrario di tutto.