scusate se mi intrometto
( la mia è una forma di masochismo) è facile che tra i due litiganti il terzo prede gli schiaffi
a parer mio state facendo due discorsi diversi
Carlo parla di metodiche e cafelab parla di preziari , non dico imposti ma previsti e contemplati )
Secondo il mio pensiero tutto verte a cosa è finalizzata la stima o perizia del bene che si deve valutare.
per una due diligence riferita ad una azienda o comunque ad un complesso immobiliare promiscuo, mi sembra chiaro che il discorso o la tesi sposata da cafelab è giusta ( è un lavoro diverso e complesso la cui remunerazione può essere o deve essere quantizzata in maniera diversa vista la complessità).
Per una stima finalizzata a trovare il più probabile valore di mercato ( di assoluto e certo non esiste nulla) diciamo il valore che più ci si avvicini riferito ad un appartamento , i 91 euro che prende un perito (il cliente ne paga 280/350 alla società esterna alla banca , ma il perito ne prende un terzo
è chiaro che il risultato che ne scaturisce è un dato (presunto valore) scaturito con molta approssimazione.
Quindi per ridurre i margini di errore bisognerebbe reperire dati certi (questo lo si può fare attingendo a dati ufficiali di compravendite concluse in quel ristretto circondario ( mettere in atto ricerche che comunque hanno un costo )
Non conoscendo l'esistenza di altre banche dati attendibili, da profano quale sono , mi sentirei di dire che l'unica fonte certa è la conservatoria dei registri immobiliari riferite a transazioni effettuate in un momento temporale il più vicino possibile , nel raggio più ristretto possibile riferito all'ubicazione del bene da valutare , come acquisizione dei dati, poi da aggiungere la preparazione soggettiva del valutatore (perito) nell'individuare le giuste varianti che possono dare quel delta in più o in meno alla singola unità oggetto di stima.
Ovviamente parlo da profano e vi chiedo scusa per eventuali bagianate che posso aver postato.
Diciamo che per una "perizia" finalizzata all'ottenimento di un mutuo è impensabile chiedere al cliente un compenso pari al 2% circa del valore "più o meno giusto" di perizia
tanto ormai tutti lo sanno che gli pseudo periti delle banche (giustamente) si limitano a dare il valore più basso previsto da sommarie ricerche di mercato attingendo ad informazioni che noi stessi AI gli forniamo in maniera generica.
Per una Due Diligence più approfonditra , riferita ad una singola unità immobiliare - semplice come genere - e comunque che richiede un reperimento di dati, ricerche , credo che quanto detto da Carlo sia una tariffa onesta e sostenibile (forse troppo onesta ma giusta)
Poi sulle metodiche di stima e sommatorie varie , IVS o non o metodiche standard differenti non mi esprimo.
Scusate fate finta che non ho postato