No, sky, non è come pensi tu.La costante moria di imprenditori e professionisti rappresenta un problema storico e sociale e dispiace a tutti.
Ciò nonostante non si può certo negare che questo è anche il paese dei figli di papà e delle rendite di posizione e di capitali ereditati.
È in quest' ottica che il ragionamento che ritieni folle affonda le sue radici.
Così come nel passato la presenza dei nobili e dei grandi latifondisti aveva schiacciato le ambizioni di molti che nonostante le capacità non avevano avuto la medesima fortuna di nascere con il cognome giusto, allo stesso modo ora assistiamo anche alla caduta dei titani che magari grandi doti imprenditoriali e professionali per occupare quello spazio non le avevano ma che erano figli o nipoti di chi le aveva avute.
Il suddetto spazio da qualcuno dovrà essere occupato...
A volte lo sarà da altri personaggi di dubbia origine, nota provenienza o dagli sciacalli come il tuo precedente collega li ha definiti ma in qualche rara occasione sarà occupato da qualcuno che per meriti si sarà trovato a poterlo occupare, occasione unica, .
Tu dai una visione della crisi che se così fosse porterebbe una ventata di efficienza e sostituirebbe incapaci con gente abile e pronta a nuove sfide.
Sarebbe da benedire, una cosa del genere, così come è stata un fatto positivo in passato. Tu dimentichi però che era un periodo di dinamismo, dove C'ERA questa possibilità.
Oggi la verità è che un sistema, un intero sistema non dà affatto la possibilità di emergere ai "bravi", agli intraprendenti, ma strangola, ostacola e mette di fronte a una concorrenza che non è la stessa del passato.
Inoltre tu hai una visione efficientista, per cui chi non sa stare sul mercato ne paga le conseguenze. Io ti dico invece che non è esattamente così, che il sistema sta facendo saltare non le inefficienti aziende "parentali" rette su dinastie, ma molti altri, in modo omogeneo.
Capisco che tu faccia riferimento al tuo settore e che adesso ti possa apparire la crisi come un'opportunità.
Ma la verità è che quella è la prima fase, è la stessa fase che ha portato altri a sopravvivere per un po' pensando di essere migliori. Se è un sistema, ad essere malato però, presto o tardi non sarà la bravura del singolo a consentirgli di emergere. Se ci pensi bene volenti o nolenti dobbiamo fare i conti con la mediocrità e il benessere altrui, per garantirci il nostro.
Ecco qual è il succo del mio discorso. Tu vedi le cose in un panorama in cui mors tua vita mea. Io ti dico che questo in un periodo breve è giusto e consente una certa efficienza, un ricambio etc.. Nel lungo periodo però porta al crollo dell'intera struttura perchè sempre i periodi di floridezza sono strettamente collegati al benessere diffuso. E' talmente vero ciò che dico che oggi raccogliamo le ceneri di un sistema di credito che doveva servire a spingere i consumi e innestare una domanda, senza che sotto ci fosse l'economia reale....e guarda a che punto siamo.