Sì, il problema nasce dal fatto che la clausola dà per scontato che l'acquirente si impegni a chiederlo. Lui si trova in una situazione di confine, dove da una parte la banca gli impedisce di chiederlo altrimenti lo inserisce nelle CRIF, dall'altra gli impedisce di avere riscontro documentale negativo.
In questi casi, l'unico modo di uscirne è quello di andare dall'avvocato per cercare una soluzione. L'agenzia vuole giustamente fare il suo lavoro e si chiede come mai lui non adempia alla condizione, lui ha scoperto solo tardi che non poteva adempiere, la banca gioca di procedure interne e fa finta di non capire.
Quindi in pratica coloro i quali hanno visto un mutuo rifiutato, poi per 2 anni non gliel'hanno concesso? Tipo chi è segnalato come cattivo pagatore, si sdebita e deve aspettare 3 anni per esser cancellato dalla "lista nera"?
Mi pare strano che funzioni così, ma potrebbe anche essere; chiedo per un amico.
Ricapitolando: prima ha detto che la rata non era sostenibile e già mi sembrava un'affermazione strana; poi infatti è emerso un altro problema, e siamo arrivati a pag. 7; va a finire che a pag. 14 è l'immobile a non piacergli più.
In questo caso per uscirne forse conviene ottenere appunto un diniego scritto da parte di una qualunque banca (come dice eldic), anche se moralmente il nostro utente ha torto marcio e dovrebbe perdere almeno i 5k.
Sorry Avvocà, ma il consiglio di andare in causa penso sia una pessima idea... per le cause ci vogliono i quattrini, a prescindere dall'esito della battaglia, che direi è sempre un qualcosa di incerto...
Poi è chiaro che se ha un diniego scritto e non ottiene indietro il malloppo, sarà costretto ad andarci, se volesse qualche speranza di recupare denari, ma un tentativo con un diniego scritto, lo farei.