Forse si vuole intendere "nessuno in buona fede".
Con la cattiva fede o peggio, con l'errore marchiano, non si può vendere.
Le vendite sono così delicate, che a volte possono saltare per poche, a volte pure insignificanti, questioni.
Così come ha fatto riferimento il @dormiente , tutto stà a sapere "cosa" si ha in mano da vendere.
Individuato per bene l'oggetto, non esiste che per questo, non si possa trovare il giusto acquirente.
Ovvio che se un mediatore pretenda di vendere a "prezzo corrente", un pezzo gravato da problematiche urbanistiche o di chissà cos'altro, senza neppure saperlo, dovrebbe in prima istanza farsi un esame di coscienza, oltre al fatto di non doversi stupire, quando la vendita gli sfugge dalle mani, pure facendo una pessima figura.
L' avvocato @Avv Luigi Polidoro , seppur con alcune uscite ironiche, da rilevare simpaticamente, quantomeno per la loro "pungente afflatura", bene si è guardato fin da subito, nel fare riferimento alla gestione del PREZZO, con cui gestire l'incontro tra la domanda e l'offerta.
In tutta la complessità dell'argomento, a livello pratico, i punti che il mediatore deve saper esaminare, sono sempre quelli.
I fondamentali del contratto.
Chi, cosa, quanto, come e quando.
Un pò come il giuoco del pallone.
Uno, due, passaggio di ritorno, tiro e gol.
I fondamentali di un giuoco. che molto spesso si dimenticano.
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