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@CheCasa! non si tratta di scomporre l'attività degli AI in microparticelle, piuttosto si cerca di capire dove sta l'abusivismo: se non si definisce cosa è lecito e cosa no, quale modo hanno le camcom di identificare un abusivo? Dovrebbero seguirlo giorno e notte fintanto che non lo trovano seduto al bar a ricevere del denaro da chi compra e chi vende non appena avesse loro consegnato e fatto firmare un preliminare/proposta
Il mediatore fondamentalmente viene identificato per delle "attività" (mettere in relazione le parti) legate ad una "finalità" (
per concludere un affare).
Dal mio punto di vista, quindi, analizzare le sole attività non ha alcun senso. Perché la finalità emerge esclusivamente da un approfondito lavoro di
indagine.
Le camere di commercio non svolgono questo lavoro di indagine. Perciò nessuno svolge un'azione di verifica (se non fosse così siete pregati di postarmi i copiosi provvedimenti presi dalle CCIAA nei confronti dei mediatori abusivi... perchè almeno dalle mie parti non se ne rintraccia neppure uno).
Le singole "attività", in quanto tali, sono sempre lecite, anche se a compierle fosse la mia Zia Carmelina... è il complesso di tutte le attività collegate alla finalità per le quali vengano compiute che potrebbe individuare il comportamento illecito...
Se aggiungiamo a questo che il 90% delle intermediazioni compiute da un abusivo vengono compensate in cash e sarebbero disconosciute dalle stesse parti del contratto chiamate in causa.... appare chiaro come qualsiasi analisi teorica possa avere veramente poca applicazione pratica in assenza di un processo di "indagine".
Aggiungo un'altra riflessione personale un poco OT.
Se avessimo chiesto, almeno fino a pochi anni fa, ad un agente immobiliare che cosa potesse essere ricompreso come abusivo e che cosa ne sarebbe potuto essere escluso... avremmo assistito a risposte molto diverse tra loro, in funzione del tipo di organizzazione alle spalle del medesimo agente immobiliare (perchè è normale che ognuno provi a tirare acqua al proprio mulino
)
Gli affiliati dei franchising, allora in grande espansione, avrebbero sposato un approccio più libero (estremizzo: un patentino per 50 agenzie)... della serie: una volta individuato il soggetto "responsabile" tutto è delegabile senza che si possa parlare di "abuso".
I titolari delle piccole agenzie invece avrebbero perorato la visione più restrittiva (un patentino per ogni soggetto operativo dell'agenzia... esclusa la segretaria)... della serie: se tengo sotto controllo il numero dei soggetti abilitati a svolgere la mia attività... tengo sotto controllo lo sviluppo della concorrenza ed impedisco il proliferare delle agenzie affiliate ai grandi gruppi che all'epoca costituivano il vero spauracchio.
Questo scontro era presente anche nelle tante discussioni dei forum, dove i nomi dei gruppi immobiliari erano molto più citati di oggi e molto più osteggiati ed ebbe, come conseguenza, quella di distogliere l'attenzione e gli sforzi degli operatori da una battaglia comune finalizzata all'individuazione di processi e specifiche che avrebbero potuto limitare l'esercizio abusivo della professione "vero" che per me avviene ovviamente al di fuori dell'agenzia... che sia in franchising o meno...