beh... vedi tu..
Un giudice deve decidere in maniera inequivocabile se dare completamente ragione a uno (venditore) o all'altro (agente immobiliare).
Concludi tu...
Ma ..., mi rendo conto che è difficile spiegarsi ed è facile essere fraintesi.
Intanto spero che il giudice prenda anche in considerazione la via di mezzo, e non per inettitudine a decidere: quindi certamente darà torto all'acquirente che è ed ha fatto il tonto, e ragione all'Agente nei confronti dell'acquirente. Quanto invece al ruolo dell'AI nella vendita potrebbe anche considerarlo nullo, (come parrebbe a me), visto che non si è premurato di svolgere in alcun modo una qualche mediazione tra offerta e domanda: non risulta si sia detto che questo abbia ricontattato uno o l'altro, per far collimare richieste ed offerte, e si sia mostrato solerte nel
mediare...
E se la provvigione è frutto di un servizio e di una mediazione, qui non se ne vedrebbe l'ombra.
Se invece è dovuta per la semplice ragione che ci si è incontrati e si è discussa una possibile collaborazione, ....
allora dovrei anche guardarmi dal dialogare con voi?
Se i fatti sono quelli descritti, mi sembra anche una pretesa assurda che il venditore debba andarsi a chiedere se chi gli versa 330 sia lo stesso che ha rifiutato 280...
Sono d'accordo che solo gli interessati sanno come in dettaglio sono andate le cose, e per un giudice potrebbe essere difficile esprimere un giudizio senza elementi probatori della buona fede del venditore. Per questo ritengo che una causa sia molto pericolosa: ma questo non esime dal fatto che venditore ed A.I guardandosi in faccia, possano convenire su un compromesso più aderente ai fatti.