Mi complimento con Antonello, per la capacità di sintesi, la concretezza, la preparazione e la professionalità. Se fossero tutti così, tutti i clienti dormirebbero sonni tranquilli. Per rispondere a qualcuno, io non ce l'ho affatto con gli AI, tra i quali ho diversi amici, per altro. Vorrei solo che le regole fossero chiare per tutti.
A questo punto allora potrebbe essere intelligente far compilare al cliente una semplice proposta con indicato i dati dell'immobile, il prezzo offerto e rimandare tutto nel preliminare? Voi che dite potrebbe essere una soluzione ?
Questa continua ad essere una soluzione all'italiana: a tutti i costi vuoi bypassare codice civile e sentenza di Cassazione. Come la metti e come la giri, vuoi sempre dividere il contratto in due momenti. Nel primo blocchi acquirente e venditore, e pretendi la provvigione. Nel secondo, poi, definire gli accordi tra questi. Ma ancora nessuno ha risposto alla mia domanda:
ma se gli accordi poi non si riescono a definire? Se una delle due parti vuol tirarsi indietro, adducendo qualsiasi scusa, cosa si fa?
L'hai detto anche tu in un post precedente, dicendo che al rogito tiravate un sospiro di sollievo. E perché? Forse perché con quella procedura (da 30 anni arbitraria, ossia non secondo i dettami della legge, per rispondere a Bagudi) non vi sentivate tutelati fino in fondo?
Ultima precisazione: Enrikon ha giustamente affermato: "tanto rumore per nulla?" Io rispondo si. La modulistica di CCIAA e associazioni come FIAIP, che io ho letto, sono perfettamente aderenti a quella che è la legge. E non dal 2009, ma da sempre. La proposta richiama il carattere obbligatorio del contratto. Se non è vero, postate, qui sul forum, una proposta che sostenga la tesi di chi dice che prima il preliminare di preliminare era lecito.
Il fatto che dopo si facciano integrazioni, aggiunte di ogni tipo, ecc., non è proibito dalla legge, purché le parti siano d'accordo, come già sottolineato egregiamente da Antonello. E questo è stato anche il motivo per cui le procedure usate (firma della proposta + successivo preliminare con tutti i dettagli) non ha quasi mai creato problemi, perché generalmente le parti hanno buon senso e si riesce quasi sempre a mettersi d'accordo in due tornate. Il quasi è importantissimo, però.
Dal momento che, una delle due parti fa i capricci, come ci si comporta? Negli ultimi due anno, sia per la situazione del mercato immobiliare, sia perché molti immobili in vendita nascondono insidie (ipoteche e pignoramenti, ad esempio), che vanno sempre più aumentando, sia per altri motivi ancora (su cui non mi dilungherei), è diventato sempre più alto il numero di contenziosi. Ed è per questo che la Cassazione, che non esprime un parere, come qualcuno fantasiosamente si ostina ancora a dire, ha dovuto riportare ordine (e non stravolgere la legge).
Se non si vuole ammettere questo, questa storia diventa come quella del tipo che indicava la luna, ma tutti guardavano il dito. La sostanza è che vanno tutelate le parti (compreso il mediatore, che ha diritto da subito alla provvigione). I contratti devono fare questo, non impegnare i clienti.
Un contratto non può rimandare (obbligatoriamente) alla stesura di un altro contratto, ma nulla vieta che, se c'è disponibilità da parte di tutti, si possa integrare o addirittura annullare la compravendita.