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Quindi è la riconferma che il terzo non ha alcun problema.Io il notaio avrei dovuto pagarlo al rogito, per cui non ho alcuna fattura. Il notaio, oltre il preliminare, ha eseguito, su mio incarico, lo studio della provenienza donativa del bene, ha richiesto alla venditrice, sempre su mio incarico per una mia maggior tutela, la rinuncia alla legittima da parte dei figli del coniuge, per limitare il rischio di eventuali pretese da aventi diritto al bene. Tutte queste prestazioni saranno sicuramente state pagate dall'acquirente, perchè a me il notaio non ha chiesto nulla.
Il rischio comunque c'è sempre, nessun accorgimento ci mette in sicurezza totale, perchè potrebbero esserci figli illegittimi o in futuro la coppia potrebbe avere nuovi figli o in futuro la normativa potrebbe subire modifiche. Infatti i notai e gli agenti immobiliari sconsigliano fortemente gli acquisti di beni di provenienza donativa, e gli istituti di credito non erogano i mutui per lo stesso motivo. Ma io ero innamorata di questo appartamentino per la sua ampia terrazza con vista sul mare di Jesolo.
Ma torniamo al problema di fondo.
Il notaio P.D. per rogitare avrebbe dovuto chiedere alla venditrice, come giustamente osserva Rosa 1968, copia della risoluzione del preliminare, non avrebbe dovuto fidarsi di ciò che la venditrice gli ha riferito a parole senza verificarlo, semprechè la venditrice gli abbia riferito qualcosa. E questa è una grave negligenza a carico del notaio. Il notaio si è limitato di informare gli acquirenti, in sede di rogito, che vi era un preliminare su questo immobile, ma non più vincolante, cioè scaduto. Non sono ancora in possesso della copia dell'atto di compravendita, ma non penso che questa dichiarazione sia stata inserita nell'atto di compravendita, perchè gli acquirenti sono persone semplici come me, senza esperienza, "buona gente" come si suol dire, per cui non penso abbiano chiesto al notaio di trascrivere quanto riferito verbalmente dal notaio stesso, e comunque il notaio certamente si sarebbe rifiutato di farlo, non penso si sarebbe dato, come si suol dire, "la zappa sui piedi", semmai avrebbe inserito la dichiarazione a nome della venditrice per far ricadere su di lei ogni responsabilità, come sostiene Ludovica 83.
Grazie avvocato. Cristina vorrebbe l'assegnazione da parte del giudice dell'immobile che è stato venduto a terzi. Questo è possibile?@CristinaVenezia2 buongiorno.
Comprendo lo stupore ed il disappunto per la condotta del Notaio (ancor più scioccante il fatto che le fosse stato persino consigliato quale professionista noto e stimato.... purtroppo accadono spesso cose di questo tipo), fatto sta che ogni azione legale deve essere intrapresa per raggiungere uno scopo concreto e preventivabile.
Lo scopo può e deve essere quello di ottenere il doppio della caparra.
Per raggiungere tale obiettivo dovrà rivolgersi ad un legale (ho l'impressione che lei tenda a prendere informazioni e ad agire in supplenza dei professionisti - le consiglio di non farlo perché è facile danneggiare i propri interessi) ed agire contro i promittenti venditori.
La responsabilità del notaio, in questo caso, è sostanzialmente inesistente e, anche se accertata, non le farebbe ottenere alcuna soddisfazione delle proprie pretese economiche.
Capisco la delusione e la volontà di ottenere soddisfazione anche morale, ma penso che nel caso di specie lei abbia un problema concreto ed effettivo: riprendere i soldi; quei soldi ha diritto di pretenderli soltanto dalla parte promittente venditrice.
Si si concordo con quello che dici. Ma dato che l'utente continua a sperare in questo... "detto dall'avvocato" magari è "+ chiaro".No perché non ha possibilità di riscatto. Né il rimedio del 2932 c.c. credo che l'avvocato possa confermare
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