tomasniki

Membro Attivo
Privato Cittadino
ok, ma il mio dubbio è questo, se per esempio sono passati 11 anni dalla morte del donante o 21 dalla stessa donazione, e spunta un erede di qualsiasi natura avente titoli. cosa succede? è tagliato fuori dalla prescrizione o può sempre "aggredire" il bene alienato?
 

pipetto

Nuovo Iscritto
tomasniki ha scritto:
ok, ma il mio dubbio è questo, se per esempio sono passati 11 anni dalla morte del donante o 21 dalla stessa donazione, e spunta un erede di qualsiasi natura avente titoli. cosa succede? è tagliato fuori dalla prescrizione o può sempre "aggredire" il bene alienato?
In entrambi i casi l'erede non pò far nulla.Così è stato detto a noi
 

realessandro

Nuovo Iscritto
L'erede sopraggiunto tenterà una azione risarcitoria nei confronti degli atri eredi, ma l'acquirente terzo non verrà per nulla coinvolto nè il suo immobile nè l'evetuale ipoteca che non perderà efficacia: motivo per cui l'acquirente rimane indenne da ogni rischio di evizione . Motivo per cui in tale caso la banca eroga tranquillamente il mutuo
 

nanna

Nuovo Iscritto
Io invece ho un'altra domanda..sto per acquistare un immobile che un'anziana signora vedova e senza figli ha donato all'RSA per pagarsi la retta...anche in questo caso la banca non mi darebbe il mutuo???? Io nn sapevo di questo problema e l'agente immobiliare non mi aveva informato che molte banche non concedono il mutuo per case donate al venditore!!! aiutatemi!!!
 

GuglielmoP

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Io eviterei sempre di acquistare immobili provenienti da donazione. Tranne nei seguenti casi:

1- E' trascorso il termine ultimo (ventennale o decennale) dall'avvenuta donazione. In questo caso, infatti, sarebbe decorso il termine ultimo entro cui gli eredi possano opporsi all'atto e, conseguentemente, esercitare il loro diritto di sequela sul bene in oggetto.

2- L'immobile oggetto di donazione rientra nella quota di disponibile del donante. Per fare un esempio, se una persona possiede, nel suo patrimonio, otto appartamenti del valore complessivo di 1.000.000 di €, ha una quota di disponibile che ammonta a 300.000 € e aliena con donazione un immobile del valore di 200.000€, si putrà procedere tranquillissimamente all'acquisto del suddetto bene ( non so cosa dicano gli istituti di credito in merito, ma non dovrebbero far problemi a concedere un mutuo in questo caso).

Qualcuno, poi, ha suggerito di coinvolgere eredi e donante affinchè concedano garanzia fideiussoria. Secondo me è la soluzione migliore, piuttosto che un atto di revoca. Quest'ultimo, infatti, può essere a sua volta impugnato da un altro eventuale erede che si vedrebbe (con tale atto e conseguente vendita) spogliato della sua quota di eredità. Va, infatti, ricordato che, al momento dell'apertura della successione, debbono essere "rimessi" nel conteggio dell'eredità da dividere anche tutti i beni donati in vita dal de cuius (oppure cose di pari valore). Vale a dire che, quando muore il donante, o il donatario "restituisce" l'immobile ai fini della spartizione dell'eredità, oppure rende il valore economico del bene. Ne consegue che, anche con un atto di mutuo dissenzo, un erede potrebbe livemente inalberarsi, dicendo che ciò viene fatto proprio per vendere un bene una cui quota, altrimenti, gli spetterebbe di diritto. (e, purtroppo, alcuni eredi possono saltar fuori anche dopo 19 anni senza che prima nessuno ne avesse conoscenza).
 

Umberto Granducato

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
2- L'immobile oggetto di donazione rientra nella quota di disponibile del donante. Per fare un esempio, se una persona possiede, nel suo patrimonio, otto appartamenti del valore complessivo di 1.000.000 di €, ha una quota di disponibile che ammonta a 300.000 € e aliena con donazione un immobile del valore di 200.000€, si putrà procedere tranquillissimamente all'acquisto del suddetto bene ( non so cosa dicano gli istituti di credito in merito, ma non dovrebbero far problemi a concedere un mutuo in questo caso).

Non credo sia così pur essendo un discorso senza dubbio logico.
L'istituto di credito teme non tanto l'azione degli eredi quanto il manifestarsi di un figlio naturale che 'compaia' dal nulla. Ed in quel caso tutto il discorso salta o comunque deve essere rivisto
 

giutimpa

Nuovo Iscritto
Salve,
vorrei acquistare una casa proveniente da donazione da madre (in vita) a figlia (Unica). Ora mi hanno consigliato di far fare una compravendita di quota dalla figlia alla madre, e poi acquistare da tutte e due in modo che anche la madre sia partecipe e garante della vendita.I miei dubbi sono 2 :
1) eventuali problemi di questa soluzione
2) eventuale rivendibilità della casa.
mi date un vostro parete gentilmente?
Grazie
Saluti
 

Bonomix

Nuovo Iscritto
Ho un caso simile...ma la donante è deceduta...e i nipoti vendono. le uniche eredi sarebbero le due mamme, figlie della defunta, e appunto mamme dei due proprietari di casa...
Come posso tutelarmi?
 

giujusa

Nuovo Iscritto
vorrei avere una risposta rapida perchè ho in corso una vendita dell'immobile e mi trovo in una situazione di stallo. Nel 1991 mio papà ha acquistato con i suoi soldi un'immobile a mia sorella intestandola direttamente a lei; papà muore nel 2001; nel 2003 mia mamma mi dona l'immobile dove risiede, di pari valore di quello acquistato ai tempi da mio papà. Oggi voglio vendere l'immobile ricevuto da donazione ma l'acquirente vuole il mutuo consenso, dato che mamma e mia sorella sono in vita. Nessun problema. La cosa che vorrei sapere è questa: visto che l'immobile verrà venduto dalla mamma al terzo, i soldi che riceverà come me li darà? cioè ci sono dei limiti per darmi questi soldi? mia sorella potrà agire in tal senso un domani in merito a questi soldi che mi darà a me interamente? grazie
 

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