Nascite, il record negativo del 2013:
la crisi riporta l'Italia ai livelli di 33 anni
Più di 60 neonati in meno al giorno rispetto al 2012, un trend negativo mitigato appena dai numeri in crescita dei bambini nati con almeno un genitore straniero (uno su cinque). I bassi livelli di fecondità, sommati all'aumento dell'aspettativa di vita, rendono l'Italia uno dei paesi più vecchi del mondo. Oltre uno su 4 i nati da coppie di fatto
Lo leggo dopo
ROMA - Il 2013 si avvia a far registrare il record negativo di nascite dal 1980 a oggi. E' questa la fotografia scattata dai dati Istat riferiti ai primi sette mesi dell'anno che sta per concludersi. Più di 60 i neonati in meno al giorno rispetto al 2012, un dato che si registra in maniera più o meno stabile lungo tutta Italia, seppur con qualche differenza geografica: i capoluoghi tengono meglio rispetto alla provincia. Per quanto riguarda le grandi città invece Roma e Milano registrano dati in aumento, mentre Firenze è stabile. A sorpresa, un po' di fiducia arriva dalle zone terremotate dell'Emilia dove c'è stato, sebbene solo in alcuni comuni colpiti, un incremento di natalità.
Nel 2013 è proseguito, accentuandosi, l'andamento negativo che si era registrato nel corso degli ultimi anni. Le cause principali restano la precarietà economica e l'incertezza per il futuro, che costringono molte coppie a rinviare a tempi migliori la decisione di avere un figlio. In base ai dati, che rappresentano statisticamente il 57% dei nati dell'intero anno, si registra una perdita del 4,3% di nuove nascite rispetto ai dati del 2012. Facendo una proiezione, in base a quest'andamento, si stima che, nel 2013 si avranno in totale 511.430 nascite, cioè 22.756 bebè in meno rispetto allo scorso anno. Addirittura 57.427 rispetto al 2009, cioè 152 nascite in meno al giorno. Crescono invece i bambini nati fuori dal matrimonio, diventati ormai il 28% del totale: un dato quasi triplicato rispetto al 2000 (10,2%).
Un crollo mitigato in parte dall'aumento dei bambini nati con genitori stranieri (oramai uno su cinque nel 2011). Secondo il quarto rapporto sulla coesione sociale presentato oggi da Inps, Istat e ministero del Lavoro, è in controtendenza il dato sul numero medio di figli per donna, che risulta in lieve aumento per le donne italiane (fra il 2005 e il 2011 è passato da 1,2 a 1,4 figli) mentre è in calo per le straniere (da 2,4 figli a testa nel 2005 a 2).
I bassi livelli di fecondità rendono l'italia uno dei paesi più vecchi al mondo. Nel 2012 si registrano 148,6 persone over 65 ogni 100 ragazzi sotto i 14 anni, a metà degli anni novanta se ne contavano 112. E' un trend destinato a crescere. Secondo le previsioni, nel 2050 ci saranno 263 anziani ogni 100 giovani. Contestualmente, continua ad aumentare anche l'aspettativa di vita della popolazione italiana, che nel 2011 si attesta a 79,4 anni per gli uomini e a 84,5 per le donne, con un guadagno rispettivamente di circa nove e sette anni in confronto a trent'anni prima.
Il trend è crescente anche per le persone in età avanzata: un uomo di 65 anni può aspettarsi di vivere altri 18,4 anni e una donna altri 21,9 anni, un ottantenne altri 8,3 e una ottantenne 10,1 anni. A livello territoriale, l'area del Paese più longeva è quella del Centro-nord.
Forse gli unici mercati in crescita saranno in futuro quelli legati alla terza età' .....facendo un conto 500mila circa nuovi nati, togli chi una casa la erediterà' e togli chi andrà all'estero o in affitto saremmo sempre su circa 400mila ntn per gli anni a venire......in linea col grafico a vasca da bagno di stile giapponese....
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