Mil

Membro Senior
ma infatti si parlava se possa mai convenire ad un professionista che si sposta spesso acquistare e vendere ogni volta.....ma in questo forum ormai si ragiona solo a " mi piace ":D

Soprattutto stiamo parlando di una nicchia non rappresentativa del mercato. Il problema è far incontrare la valanga di invenduto con la reale platea di potenziali compratori. Venditori che pensano ancora di poter radiografare gli acquirenti senza capire che oramai è necessariamente il contrario.
 

Ale.

Membro Senior
Professionista
Soprattutto stiamo parlando di una nicchia non rappresentativa del mercato

beh per esempio qui in veneto circa 15mila giovani laureati hanno emigrato per lavoro.....e son tutti compratori persi ;):fico:

Nordest, i giovani scappano all'estero:
Veneto seconda regione per emigrazione

Partite oltre 14mila persone, soprattutto giovani laureati
Record ad Arsié: se n'è andato il 79% dei cittadini
 

Mil

Membro Senior
Il problema è che regioni e città abituate a cosi della vita specie nel settore immobiliare tradizionalmente sempre più alti giustificati dalla grande prospettiva occupazionale si trovano a fare i conti con una realtà rapidamente cambiata.
Per capire bisogna ricordarsi che nel 1978 a Torino un banconista frigorista con un contratto a tempo indeterminato aveva uno stipendio di 350 mila lire circa. Poteva affittare un 70 mq a 50 mila lire. Erano gli anni dell'esodo dal sud, quello che ha portato poi il nord ad essere gradualmente più appetibile e quindi più costoso.
Oggi basti pensare ai costi, alle reali prospettive salariali, al 20% di disoccupazione di una ex città industriale per capire molte cose.
Simili considerazioni per molte altre zone, Veneto compreso.
L'edilizia è un anello della catena, in fondo.
 

Ponz

Membro sognante
Agente Immobiliare
Il problema è che regioni e città abituate a cosi della vita specie nel settore immobiliare tradizionalmente sempre più alti giustificati dalla grande prospettiva occupazionale si trovano a fare i conti con una realtà rapidamente cambiata.
Per capire bisogna ricordarsi che nel 1978 a Torino un banconista frigorista con un contratto a tempo indeterminato aveva uno stipendio di 350 mila lire circa. Poteva affittare un 70 mq a 50 mila lire. Erano gli anni dell'esodo dal sud, quello che ha portato poi il nord ad essere gradualmente più appetibile e quindi più costoso.
Oggi basti pensare ai costi, alle reali prospettive salariali, al 20% di disoccupazione di una ex città industriale per capire molte cose.
Simili considerazioni per molte altre zone, Veneto compreso.
L'edilizia è un anello della catena, in fondo.

Esatto.

Nel 50-60 (dalle mie parti) la casa la pagavi con il corrispondente di due -tre anni di lavoro di un operaio. (casa della mia famiglia costò 5 milioni ed era composta di due laboratori di 45mq, resede e giardino per circa 400mq e due appartamenti di 110 mq dove abitavamo noi e mio zio e uno piccolo per i nonni, fatta fare nuova, e pagata cara secondo mio padre, perchè la facevano anche a meno). IN pochi anni pagarono tutto.

Se lavoravano in due oltre metà soldi li mettevano in banca... ma ha senso fare confronti?
 

ingelman

Membro Supporter
Agente Immobiliare
Se lavoravano in due oltre metà soldi li mettevano in banca... ma ha senso fare confronti?
non si possono fare confronti riferiti a tempi così lontani.
mio nonno da parte di mamma ha avuto otto figli, come del resto mio nonno da parte di mio padre che ne ha avuti sei ...
infatti qui a Roma i nomi più comuni erano Primo (il primogenito) secondino (che di solito era quello che trovava lavoro presso Regina Coeli :D) Terzilio ... poi veniva Quartino (di solito era quello che passava la maggior parte del suo tempo all'osteria) Quinto .... e via di seguito ...
E nonostante il dopoguerra il nonno è riuscito oltre a crescere i figli, sfamarli vestirli, riciclando sempre i vestiti dei primi nati, riuscendo addirittura ad aiutarli a comprare casa .....

Poi fortuna che è arrivata la televisione ... quest'evento ha portato un calo demografico incredibile e un calo delle nuove nascite di ben oltre l'80% ... :^^:

Scusate ...come al solito riesco sempre ad andare OT (è più forte di me) prima o poi imparero ;)
 

eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
In generale però oggi c'è un'alta possibilità di trasferirsi, lo dici tu stesso.
Torniamo al solito discorso dell'investimento: il gioco che deve valere la candela. Se sono un manager posso pensare di investire nel mio Paese, certo. Se però si tratta di indebitarsi per una vita e mezza oltretutto con la prospettiva magari di vivere all'estero, allora ci penso.
Sono sicuro di lasciarmi imbrigliare da un indebitamento importante, anche se le banche me lo dovessero proprio regalare, il denaro?
Se al ragionamento del manager affianchi la pessima qualità architettonica e distributiva degli spazi in fondo scatta, la comprensione del problema.
Ovvio che è un problema molto più sentito laddove l'effetto bolla è stato più forte del potere d'acquisto reale, fascia nord Italia in primis, città come Roma...etc.

io ho solo detto che ai "manager" (virgoletto visto che capita anche a figure professionali più basse) che si muovono l'azienda spesso concede un appartamento come fringe benefit; pertanto questi hanno due buoni motivi per non comprare casa.
comunque... se la casa fa schifo, fa schifo sia se la compri che se la affitti.
comunque, case che non "fanno schifo", ce ne sono eh...
 

Mil

Membro Senior
e grazie al cavolo... sono gli anni in cui le città ricche del nord hanno attirato manodopera dalla metà povera del Paese.
anche la ricca milano ha, i quartieri operai degli anni 70 costruiti con lo sputo.

il fatto è che, negli anni 70, l'operaio (unico a lavorare in famiglia) si comprare i suoi 70-80 mq in condominio schifoso.
oggi il suo omologo, la cui moglie lavora pure lei, non si può permettere neppure quello.

Il problema vero è che bisogna invertire la frase.
Il condominio è rimasto lo stesso ed è schifoso uguale. E' quello, che non si può più permettere di stare sul mercato, non la coppia.
La coppia c'era anche negli anni '70, '80...anzi all'epoca erano operai stabili, oggi sono magazzinieri precari nei centri commerciali. Oltretutto magari sono figli unici, una casa in eredità ce l'hanno, mentre una volta no.
E' tutto il resto, che non va, affitti compresi e costi di manutenzione.
Il condominio nuovo non si può permettere proponibilità sul mercato a prezzi non competitivi. E' l'equivalente oggi del condominio dell'operaio degli anni che furono. I vani loculo sono semplicemente esclusi.
Chi ha costi condominiali immotivati anche sul nuovo magari per mala gestione sarà sempre più destinato all'eutanasia. Sono i contesti senza spese o quasi, i più gettonati. Sgradevole anche l'effetto alveare, non più proponibile.
Tu hai giustamente l'ottica di acquirente, io ti descrivo la realtà.
E' quella che va invertita, il mercato del lavoro, la demografia e l'economia non li puoi certo cambiare. Inutile girarci intorno.
La fila di richiedenti oltretutto non c'è, perchè l'epoca del nord ricco che attirava l'altra metà del paese è finita da un pezzo.
 

eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
vorrà dire che andranno tutti a vivere nella casa della nonna o staranno con mamma e papà...
oppure ci sarà un'epocale inversione di tendenza e la gente tornerà ad abitare in provincia/paese/campagna.
che ti devo dire?
 

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