Giuseppe Di Piero

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Ma se era sbagliata quella del 2011, e posso essere anche d'accordo, per quale ragione deve considerarsi "oro colato" quella del 2015?
Fra l'altro, era stata anche contraria la deliberazione n. 70/PAR/2014 della Sezione regionale di controllo per la Lombardia e c'erano ulteriori pareri difformi quali:
  1. Sezione regionale di controllo per la Lombardia, n. 1/2009 e n. 915/2009;
  2. Sezione regionale di controllo per l’Emilia Romagna n. 49/2008;
  3. Sezione regionale di controllo per la Puglia n. 2/2009
Quindi non mi pare che la questione sia proprio di una chiarezza cristallina se dal 2008 al 2015 ci sono state almeno 6 diverse interpretazioni, chi ci dice che nei prossimi anni non ne vengano fuori di nuove. Resto del parere che, in casi così confusi come questo, solo il Legislatore può dare un'interpretazione autentica DEFINITIVA.

Il comma 48 dell'art. 31 della Legge 448/1998 non lascia spazio a interpretazioni creative: "Il corrispettivo delle aree cedute in proprietà è determinato dai comune, su parere del proprio ufficio tecnico, in misura pari al 60 per cento di quello determinato attraverso il valore venale del bene, con la facolta' per il comune di abbattere tale valore fino al 50 per cento, ai netto degli oneri di concessione del diritto di superficie, rivalutati sulla base della variazione, accertata dal l'ISTAT, dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatasi tra il mese in cui sono stati versati i suddetti oneri e quello di stipula dell'atto di cessione delle aree. Comunque il costo dell'area così determinato non può essere maggiore di quello stabilito dal comune per le aree cedute direttamente in diritto di proprietà ai momento della trasformazione di cui al comma 47".
 
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Santi60

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Il comma 48 dell'art. 31 della Legge 448/1998 non lascia spazio a interpretazioni creative: "Il corrispettivo delle aree cedute in proprietà è determinato dai comune, su parere del proprio ufficio tecnico, in misura pari al 60 per cento di quello determinato attraverso il valore venale del bene, con la facolta' per il comune di abbattere tale valore fino al 50 per cento, ai netto degli oneri di concessione del diritto di superficie, rivalutati sulla base della variazione, accertata dal l'ISTAT, dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatasi tra il mese in cui sono stati versati i suddetti oneri e quello di stipula dell'atto di cessione delle aree. Comunque il costo dell'area così determinato non può essere maggiore di quello stabilito dal comune per le aree cedute direttamente in diritto di proprietà ai momento della trasformazione di cui al comma 47".

Se non lascia spazio e interpretazione creative, cosa di cui dubito, dato il significato non chiaro della parola "tale" (vedere mio post precedente), vuol dire che le 5 Sezioni della Corte dei Conti, che avevano dato interpretazioni difformi, ed il Comune che aveva chiesto un parere alla stessa Corte, prospettando conclusioni opposte, sono gestite da persone TUTTE incompetenti?
 

Santi60

Membro Attivo
Professionista
Se non lascia spazio e interpretazione creative, cosa di cui dubito, dato il significato non chiaro della parola "tale" (vedere mio post precedente), vuol dire che le 5 Sezioni della Corte dei Conti, che avevano dato interpretazioni difformi, ed il Comune che aveva chiesto un parere alla stessa Corte, prospettando conclusioni opposte, sono gestite da persone TUTTE incompetenti?

In ogni caso ci stiamo perdendo in discussioni di "lana caprina". La questione importante da non perdere di vista è che i valori venali, così come esposti nella Delibera 40/2016 sono per lo più inaccettabili, e questo è venuto fuori anche nel calcolo fatto in un precedente post di @Giuseppe Di Piero. Quindi a prescindere dall'abbattimento del 40% del 50% o di qualsiasi altro valore, occorre chiedere, FERMAMENTE, che i valori venal e con essi i corrispettivi da pagare per trasformazione e/o affrancazione vengano riportate entro limiti accettabili, indipendentemente se parliamo dei primi 14 PdZ oppure di tutti gli altri.
Sarebbe auspicabile che il Comune di Roma comprendesse finalmente che chi vuol fare la trasformazione e/o l'affrancamento può solo contare sui pochi risparmi messi da parte con onesti, ma modesti stipendi o pensioni dopo anni, e lo fa solo per lasciare un appartamento libero da vincoli ai suoi figli, oppure per spostarsi in un appartamento più adatto alle sue esigenze poiché, ad esempio, la famiglia è aumentata e, se vende ora ad un prezzo non di mercato, sarà impossibile trovarne un altro, dando come anticipo il ricavato con un prezzo "calmierato" del suo attuale appartamento, poiché dovrebbe caricarsi di un mutuo insostenibile (ammesso che trovi una Banca disposta a darglielo)!
 

Nicestar

Membro Attivo
Privato Cittadino
a
In ogni caso ci stiamo perdendo in discussioni di "lana caprina". La questione importante da non perdere di vista è che i valori venali, così come esposti nella Delibera 40/2016 sono per lo più inaccettabili, e questo è venuto fuori anche nel calcolo fatto in un precedente post di @Giuseppe Di Piero. Quindi a prescindere dall'abbattimento del 40% del 50% o di qualsiasi altro valore, occorre chiedere, FERMAMENTE, che i valori venal e con essi i corrispettivi da pagare per trasformazione e/o affrancazione vengano riportate entro limiti accettabili, indipendentemente se parliamo dei primi 14 PdZ oppure di tutti gli altri.
Sarebbe auspicabile che il Comune di Roma comprendesse finalmente che chi vuol fare la trasformazione e/o l'affrancamento può solo contare sui pochi risparmi messi da parte con onesti, ma modesti stipendi o pensioni dopo anni, e lo fa solo per lasciare un appartamento libero da vincoli ai suoi figli, oppure per spostarsi in un appartamento più adatto alle sue esigenze poiché, ad esempio, la famiglia è aumentata e, se vende ora ad un prezzo non di mercato, sarà impossibile trovarne un altro, dando come anticipo il ricavato con un prezzo "calmierato" del suo attuale appartamento, poiché dovrebbe caricarsi di un mutuo insostenibile (ammesso che trovi una Banca disposta a darglielo)!

finalmente! è questo il vero problema, se torniamo sulla questioni delle riduzioni scateniamo solo la guerra tri poveri, qui bisogna, se si ha voglia, verificare i valori venali. Mi sembra di averlo detto anche in un post precedente.
 

boccio

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Scusate fatemi dire un’ultima cosa e poi mi taccio,

Si dice, che avendo acquistato l’immobile, 33 anni fa, a 41.000€ e rivendendolo aggi a 200.000€ farei una speculazione di 160.000€ e la legge non lo vorrebbe, per questo sono state scritte formule, leggi e delibere.

Ma una domanda vi faccio, se a oggi dovessi acquistare un immobile identico, secondo voi, lo pagherei 41.000€? No certamente, lo pagherei presumibilmente 200.000€ e questo è dimostrabile, se cercare, scoprirete che gli immobili negli ultimi 30 anni si sono quintuplicati nel prezzo, guarda caso moltiplicando 41.000€ per 5 si ottiene 205.000€. Con questo vorrei dimostrare che sto rivendendo l’immobile esattamente a quanto l’ho pagato perché per riaverlo dovrei sborsare 200.000€. Ma quale speculatore lo speculatore è il Comune che vorrebbe altri 40.000€.

Se si continua a pensare che con formule, leggi e delibere si possa risolvere la questione, secondo me, non ci si riuscirà mai, in parte lo dite anche voi, queste benedette formule, leggi e delibere dicono tutto ed il contrario di tutto, per cui credo che bisognerebbe trovare una strada diversa per dimostrare che quello che dice il Comune o chi per loro sia errato.

Gli esempi da me riportati non sono altro che un modo semplice, comprensibile a tutti, per evitare strade impervie che non porteranno mai da nessuna parte. Se fossi un avvocato esperto in materia non percorrerei mai la strada delle formule, leggi e delibere, o è quello che si vuole?

Comincio ad avere sospetti, ovviamente non riferito ad alcuno di questo forum.

Grazie per l’attenzione.
 

Santi60

Membro Attivo
Professionista
a


finalmente! è questo il vero problema, se torniamo sulla questioni delle riduzioni scateniamo solo la guerra tri poveri, qui bisogna, se si ha voglia, verificare i valori venali. Mi sembra di averlo detto anche in un post precedente.

Assolutamente d'accordo @Nicestar !
Mi andrebbe benissimo anche l'abbattimento standard calcolando il 60% del valore venale senza ulteriori "magheggi", purché quest'ultimo sia accettabile.
Altrimenti, saremmo nella stessa situazione di alcuni commercianti quando fanno i "saldi di fine stagione", che vanno a pubblicizzare grandi sconti su un prezzo di listino gonfiato ad arte ...
 

Santi60

Membro Attivo
Professionista
Scusate fatemi dire un’ultima cosa e poi mi taccio,

Si dice, che avendo acquistato l’immobile, 33 anni fa, a 41.000€ e rivendendolo aggi a 200.000€ farei una speculazione di 160.000€ e la legge non lo vorrebbe, per questo sono state scritte formule, leggi e delibere.

Ma una domanda vi faccio, se a oggi dovessi acquistare un immobile identico, secondo voi, lo pagherei 41.000€? No certamente, lo pagherei presumibilmente 200.000€ e questo è dimostrabile, se cercare, scoprirete che gli immobili negli ultimi 30 anni si sono quintuplicati nel prezzo, guarda caso moltiplicando 41.000€ per 5 si ottiene 205.000€. Con questo vorrei dimostrare che sto rivendendo l’immobile esattamente a quanto l’ho pagato perché per riaverlo dovrei sborsare 200.000€. Ma quale speculatore lo speculatore è il Comune che vorrebbe altri 40.000€.

Se si continua a pensare che con formule, leggi e delibere si possa risolvere la questione, secondo me, non ci si riuscirà mai, in parte lo dite anche voi, queste benedette formule, leggi e delibere dicono tutto ed il contrario di tutto, per cui credo che bisognerebbe trovare una strada diversa per dimostrare che quello che dice il Comune o chi per loro sia errato.

Gli esempi da me riportati non sono altro che un modo semplice, comprensibile a tutti, per evitare strade impervie che non porteranno mai da nessuna parte. Se fossi un avvocato esperto in materia non percorrerei mai la strada delle formule, leggi e delibere, o è quello che si vuole?

Comincio ad avere sospetti, ovviamente non riferito ad alcuno di questo forum.

Grazie per l’attenzione.

Parole sacrosante @boccio !
 

Santi60

Membro Attivo
Professionista
Scusate fatemi dire un’ultima cosa e poi mi taccio,

Si dice, che avendo acquistato l’immobile, 33 anni fa, a 41.000€ e rivendendolo aggi a 200.000€ farei una speculazione di 160.000€ e la legge non lo vorrebbe, per questo sono state scritte formule, leggi e delibere.

Ma una domanda vi faccio, se a oggi dovessi acquistare un immobile identico, secondo voi, lo pagherei 41.000€? No certamente, lo pagherei presumibilmente 200.000€ e questo è dimostrabile, se cercare, scoprirete che gli immobili negli ultimi 30 anni si sono quintuplicati nel prezzo, guarda caso moltiplicando 41.000€ per 5 si ottiene 205.000€. Con questo vorrei dimostrare che sto rivendendo l’immobile esattamente a quanto l’ho pagato perché per riaverlo dovrei sborsare 200.000€. Ma quale speculatore lo speculatore è il Comune che vorrebbe altri 40.000€.

Se si continua a pensare che con formule, leggi e delibere si possa risolvere la questione, secondo me, non ci si riuscirà mai, in parte lo dite anche voi, queste benedette formule, leggi e delibere dicono tutto ed il contrario di tutto, per cui credo che bisognerebbe trovare una strada diversa per dimostrare che quello che dice il Comune o chi per loro sia errato.

Gli esempi da me riportati non sono altro che un modo semplice, comprensibile a tutti, per evitare strade impervie che non porteranno mai da nessuna parte. Se fossi un avvocato esperto in materia non percorrerei mai la strada delle formule, leggi e delibere, o è quello che si vuole?

Comincio ad avere sospetti, ovviamente non riferito ad alcuno di questo forum.

Grazie per l’attenzione.

@boccio, probabilmente, "una strada diversa per dimostrare che quello che dice il Comune o chi per loro sia errato" è quella di sottolineare l'ultima frase del comma 48 dell'art. 31 della Legge 448/1998: "Il corrispettivo delle aree cedute in proprietà è determinato dai comune, su parere del proprio ufficio tecnico, in misura pari al 60 per cento di quello determinato attraverso il valore venale del bene, con la facoltà per il comune di abbattere tale valore fino al 50 per cento, ai netto degli oneri di concessione del diritto di superficie, rivalutati sulla base della variazione, accertata dal l'ISTAT, dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatasi tra il mese in cui sono stati versati i suddetti oneri e quello di stipula dell'atto di cessione delle aree. Comunque il costo dell'area così determinato non può essere maggiore di quello stabilito dal comune per le aree cedute direttamente in diritto di proprietà ai momento della trasformazione di cui al comma 47".

A questo scopo sarebbe utile una statistica dei corrispettivi a mc utilizzati dal Comune di Roma per le aree cedute direttamente in Diritto di proprietà vincolata con le più recenti Convenzioni di questo tipo per poterne confrontare i valori con quelli della Delibera 40/2016 e, tramite rivalutazione ISTAT, avere un dato di fatto con il quale poter contestare l'effettiva congruità della Delibera citata ai sensi della Legge 448/98.
Chi avesse questo tipo di informazioni farebbe un bun servizio alla comunità diffondendo: il nome del PdZ, il valore a mc e la data di stipula della Convenzione (il resto, ovviamente, non interessa anche per evitare problemi di privacy).
 

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