Ti è proprio difficile capire che il prezzo lo fa il mercato, eh ??
Ad onor del vero il prezzo lo fa' lo stato di necessita' del venditore.
Indipendentemente dall'andamento del mercato.
Per questa motivazione, che questo lavoro, puo' sorprenderti ogni giorno.
A volte stravendi dei pezzi, che nemmeno gli avresti offerto la meta', mentre altre volte pezzi piu' pregiati, si vendono sottoprezzo.
Per lo stesso effetto, valutazioni, perizie, giurate o non e tutta la disciplina dell'estimo, crepano di freddo.
Con valori, che se ne vanno su e giu' a seconda del perito, manco fossero sulle montagne russe.
Un immobile che vale 100mila se lo metti in vendita a 108 probabilmente a breve lo venderai a 100/103, se lo metti a 125 lo venderai dopo 6 mesi a 95/98, perchè il miglior momento per ottenere offerte alte è la prima fase della vendita e se non sei appetibile in quella fase normalmente l'immobile diventa meno interessante e mentre i clienti concreti comprano altrove il tuo vengono a vederlo i perdi tempo.
Non sono per niente d'accordo con questa tua teoria Giuseppe;
Anzi.
Se te la devo dire tutta e' una teoria del tutto stravagante.
Come sostenere che l'appeal o la bonta' di una casa, abbia una data di scadenza, da consumarsi preferibilmente.
Mentre invece e' vero l'esatto
contrario.
Le caratteristiche di un fabbricato, specie quelle intrinseche, che lo avvantaggiano rispetto ad altri, non cambiano e non scadono col tempo.
Semmai si rafforzano.
Per intenderci, se hai un monolocale, che si affaccia sul cupolone di San Pietro a Roma, significa che la sua posizione e' irripetibile ed e' chiaro che a venderlo, realizzi quanto a vendere un trilocale da voi a Pinerolo.
Lo stato di necessita' del venditore determina il prezzo.
A volte, i venditori piu' caparbi, si impuntano per anni senza mai vacillare.
Il peggio che puo' succedere e' che non vendono.
Ma le loro case mica scadono in svendita come le mozzarelle.
Che dopo il termine di preferenza non comprerebbe piu' nessuno.
Accade invece di consueto, che un immobile sia in vendita per anni, ad un prezzo scomposto.
Finche' arriva la Nonna Genoveffa.
Che compera, pure senza mutuo, per stare vicino ai suoi nipoti e ai suoi cari.
Perche' le consuetudini, al contrario delle teorie stravaganti, sono fondate su vere e proprie leggi di gravita':
Quando una cosa e' in vendita, prima o poi, qualcuno arriva e se la compera.
..
il dubbio è sulle cause "indipendenti da me" che potrebbero portare la banca a non concedermi il mutuo.
Ti preoccupi del nulla.
Se le cause, non sono a te imputabili, significa che lo sono ovviamente, in capo al proprietario.
Che aveva garantito la conformita' dell'oggetto.
Una volta incassata la caparra, il proprietario non puo' piu' sottrarsi alla tua azione di acquisto, se non pagando "dazio".
In tempi brevissimi.
Quelli dettati dalle prassi del decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo.
Con spese a suo esclusivo carico.
Quindi, una volta che hai assunto la qualita' di promissario acquirente, il "boccino" passa completamente nelle tue mani.
Perche' da quel momento in poi si deve fare come dici te.
Fabbricati censiti, impossibili da trasferire o non riconformabili, NON esistono.
Se esistessero, bisognetebbe istituire un nuovo catasto, quello degli invendibili oltre a quelli gia' esistenti, dei fabbricati e dei terreni.
Pure per quanto riguarda i rapporti col mediatore, pare che ti stai fasciando la testa, ancor prima del dolore.
Vai e tratta.
Tutto al rogito.
Oppure meta' al compromesso e il resto al rogito. Dipende da quanto sapra' incidere.
Il mediatore e' uno strumento.
Meglio usarlo sulla scorza aniziche' tirarselo in testa.